venerdì 30 luglio 2010

Sutra del Loto. Capitolo 27. Il re Shubhavyuha (Ornamento meraviglioso)



Shubhavyuha e i suoi due figli
Il Buddha si rivolse allora all’assemblea e disse:
In un’epoca passata, un inconcepibile numero di Kalpa or sono, viveva un Buddha chiamato Jaladhara garjita (Saggezza del Fiore sovrano della costellazione suono del tuono). La sua terra si chiamava Ornamento splendente di luce e il suo Kalpa Visto con Gioia.



Durante la legge di questo Buddha c’era un re che si chiamava Shubhavyuha. La sposa del re si chiamava Vimaladatta (Pura virtù) e aveva due figli chiamati Vimalagarbha (Puro tesoro) e Vimalanetra (Puro occhio). Questi due figli possedevano grandi poteri sovrannaturali, meriti, virtù e saggezza e per lungo tempo avevano praticato la via del Bodhisattva.
Il Buddha predicava il Sutra del Loto e un giorno i due figli del re ebbero modo di ascoltarlo. Diventati devoti del Sutra del Loto andarono dalla loro madre pregandola di convincere il padre ad ascoltare il Buddha.
Lei disse:
Vostro padre ha fede in dottrine non buddhiste ed è profondamente legato alla legge brahmanica. Andate da vostro padre e persuadetelo a venire con voi. Mostrategli qualche prodigio sovrannaturale. Quando lo vedrà, la sua mente ne sarà certamente purificata e ci consentirà di recarci nel luogo del Buddha.
Allora i due figli si sollevarono in aria e compirono doversi prodigi sovrannaturali. Dal loro corpo uscì acqua e fuoco, divennero enormi e poi piccoli, svanirono nel cielo e ricomparvero.
Vedendo ciò, il padre disse loro: Chi è il vostro maestro? Di chi siete discepoli? Recatemi dal vostro maestro.
Allora i figli andarono dalla madre e le dissero:
Madre, il nostro compito è finito, abbiamo convinto nostro padre. Ora ti preghiamo di darci il permesso di abbandonare la vita secolare e di seguire la via del Buddha.
La madre acconsentì dicendo: Sì figli miei, andate, perché incontrare il Buddha è raro come incontrare il fiore di Udumbara, difficile quanto per una tartaruga con un solo occhio trovare un ceppo di legno che galleggia.
Allora il re Shubhavyuha, accompagnato dai figli, dai servi, ministri, servitori, dalla regina e da tutte le dame e le ancelle dei ginecei, si recò a trovare il Buddha; essi lo onorarono e lo ascoltarono e il Buddha predicò la legge per tutti.
Finito di predicare disse: Vedete il re Shubhavyuha che si trova qui davanti a mani giunte? Durante la mia legge egli diventerà un monaco e praticherà con diligenza la legge che dà accesso alla via del Buddha. Il suo nome sarà Re dell’albero di Sal. La sua terra si chiamerà Grande Luce e il suo Kalpa Grande nobile re.

E saremo buoni amici.
Udite queste parole il re decise di abbandonare la vita secolare e affidò il suo regno al fratello.
Disse allora al Buddha:
“Onorato dal Mondo, questi miei due figli sono stati ottimi amici per me, perché mi hanno distolto dalle dottrine erronee consentendomi di dimorare sicuro nella legge del Buddha. Per questa ragione sono venuti nella mia famiglia.”
Il Buddha rispose:
“È proprio così. Se uomini devoti hanno piantato buone radici, e come effetto, esistenza dopo esistenza, riescono ad avere dei buoni amici, allora questi buoni amici possono svolgere l’opera del Buddha, istruendoli, arrecando loro gioia, benefici e facendogli conseguire l’illuminazione definitiva. Grande re, sappi che i buoni amici sono grandi cause e condizioni. Infatti guidando e convertendo consentono di vedere il Buddha e di sviluppare il desiderio dell’illuminazione.”
Il re giunse le mani e ringraziò il Buddha: “Grazie, Onorato dal mondo. Da ora in avanti non seguirò più i capricci della mente, né darò adito a concezioni erronee o all’arroganza, alla collera o ad altri cattivi pensieri.”
Dette queste parole si allontanò.

Finito di narrare, il Buddha Shakyamuni disse: “Questo re, Shubhavyuha, altri non è che il Bodhisattva Fiore di Virtù presente in questa assemblea, mentre i due figli sono presenti anch’essi, e sono il Bodhisattva Bhaishajyaraja (Re della medicina) e suo fratello.”

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