lunedì 7 giugno 2010

Domande e risposte sull'abbracciare il Sutra del Loto


Domanda: Sono nato come essere
umano, cosa di per sé rara, e ho avuto
la fortuna di incontrare il Buddismo.
Ma si dice che esistano insegnamenti superficiali
e insegnamenti profondi e che
certi individui abbiano capacità maggiori
e altri minori. Quale insegnamento dovrei
praticare per conseguire la Buddità il più
rapidamente possibile? Ti prego di istruirmi
su questo punto.




Risposta: In ogni famiglia ci sono anziani
rispettati da tutti e ogni provincia
ha i suoi dignitari. Ma, nonostante tutti
rispettino il proprio signore e onorino i
genitori, chi potrebbe stare più in alto del
sovrano del paese?
Allo stesso modo, le dispute fra insegnamenti
mahayana e hinayana, o fra insegnamenti
provvisori e veri, sono paragonabili
a competizioni tra famiglie rivali,
ma, fra tutti i sacri insegnamenti esposti
dal Budda nel corso della sua vita, solo il
Sutra del Loto detiene una posizione di
assoluta superiorità. Esso indica la strada
per l’immediato ottenimento della perfetta
saggezza, è il carro che ci conduce immediatamente
al luogo dell’illuminazione.
.
Domanda: Un maestro è una persona
che ha afferrato il significato fondamentale
dei sutra e dei trattati e che scrive commentari
che li spiegano. È dunque ovvio
che ciascun maestro delle varie scuole
formuli le dottrine che si accordano con
ciò che ha compreso e che, su questa base,
scriva i propri commentari, stabilisca
princìpi e si dedichi all’ottenimento dell’illuminazione.
Come possono tali sforzi
essere vani? Io credo che chi insiste sulla
superiorità assoluta del Sutra del Loto abbia
una visione troppo ristretta.

.
Risposta: Se tu pensi che proclamare
l’assoluta superiorità del Sutra del Loto
dimostri un punto di vista limitato, allora
nessuno al mondo ebbe una visione più ristretta
del Budda Shakyamuni. Temo che
tu stia gravemente sbagliando a questo
proposito. Ti citerò un sutra e il commentario
di una scuola, e vediamo se ciò potrà
chiarirti le idee.
Il Sutra degli Innumerevoli significati
afferma: «[Poiché (le persone) differiscono
nella natura e nei desideri,] esposi la
Legge in vari modi. Esposi la Legge in vari
modi usando il potere degli espedienti,
ma, in questi quarant’anni e più, non ho
ancora rivelato la verità».
Udendo queste parole, Grande Ornamento
e gli altri ottantamila bodhisattva
dichiararono all’unisono di aver compreso
che «[per quanto riguarda gli esseri viventi
che non possono udire questo sutra], anche
se trascorressero innumerevoli, infiniti, incalcolabili
asamkhya di kalpa, alla fine non
otterrebbero la suprema illuminazione».
Il significato di questo passo è che
chiunque aspiri alla via del Budda invocando
il nome del Budda Amida o abbracciando
gli insegnamenti della scuola Zen,
oppure affidandosi ai sutra della Ghirlanda
di fiori, o dei periodi Agama, Corretto
e più, non potrà mai ottenere la suprema
illuminazione, nemmeno con il trascorrere
di innumerevoli, infiniti, incalcolabili
asamkhya di kalpa.
E questo non è l’unico passo di questo
tipo. Nel capitolo “Espedienti” del Sutra
del Loto si legge: «L’Onorato dal Mondo
ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso
deve rivelare la verità»1. Afferma inoltre:
«[Nelle terre del Budda delle dieci direzioni]
esiste solo la Legge dell’unico veicolo,
non ce ne sono due, non ce ne sono tre»2.
Questi passi testimoniano che solo questo
sutra [del Loto] rappresenta la verità.
Inoltre nel secondo volume si afferma:
«Io sono l’unica persona che può salvarli
e proteggerli». E si parla di «desiderano
abbracciare soltanto il Sutra del Grande
veicolo, non accettando un solo verso degli
altri sutra». Questi passi significano
che solo il Budda Shakyamuni può salvare
e proteggere tutti gli esseri viventi e che
si dovrebbe desiderare di accettare e abbracciare
solo il Sutra del Loto e neppure
un singolo verso degli altri sutra5.
Afferma anche: «Chi non riesce ad
avere fede e invece offende questo sutra,
distruggerà immediatamente tutti i semi
per divenire Budda in questo mondo.
[…] Allorché la sua vita giungerà al termine
egli cadrà nell’inferno Avichi»6. Questo
passo significa che chi non crede nel Sutra
del Loto e, al contrario, vi si oppone,
distruggerà immediatamente i semi per il
conseguimento della Buddità in questo
mondo e, dopo la morte, cadrà nell’inferno
di incessante sofferenza.
Esaminando questi passi, T’ien-t’ai
concluse che furono queste affermazioni a
ispirare le parole «che sia un demone che
finge di essere il Budda?». Come possiamo
parlare di Buddismo se ci basiamo unicamente
sui commentari dei vari maestri e
non ci atteniamo alle parole del Budda?
Sarebbe il colmo dell’assurdo!
Perciò, il Gran Maestro Chisho dichiarò
che, se accettassimo le affermazioni dei
vari maestri e sostenessimo che i sutra non
si dividono affatto in Mahayana e Hinayana
e che non c’è distinzione fra rivelazioni parziali
e perfette della verità, la predicazione
del Budda sarebbe stata inutile.
T’ien-t’ai asserì: «Ciò che si basa su
una dottrina profonda e si accorda con i
sutra deve essere trascritto e reso accessibile,
ma non dovete prestare fede alle
parole o ai princìpi che non si trovano nei
testi [dei sutra]». Inoltre aggiunse: «Tutte
le affermazioni che mancano di prova
documentaria devono essere considerate
false». Come interpreti tutto ciò?
Domanda: Ciò che hai appena detto è
applicabile ai commentari dei maestri. Ma
cosa pensi dei sutra esposti prima del Sutra
del Loto, nei quali si afferma: «Questo
è il primo di tutti i sutra», oppure: «Questo
è il re dei sutra»? Stando a quanto tu
hai detto, non dobbiamo accettarle benché
siano parole del Budda?
Risposta: Sebbene contengano affermazioni
come «Questo è il più importante
tra tutti i sutra», oppure «Questo è il re
dei sutra», tali sutra appartengono tutti
agli insegnamenti provvisori. Non ci si deve
basare sulle loro affermazioni. A questo
proposito il Budda stesso disse: «Affidatevi
ai sutra completi e definitivi, non a quelli
incompleti e non definitivi». E il Gran
Maestro Miao-lo dichiarò: «Sebbene altri
sutra si proclamino i re dei sutra, nessuno
sostiene di essere il supremo fra tutti i
sutra che sono stati predicati nel passato,
che sono predicati adesso o che saranno
predicati nel futuro. Perciò bisogna
ed equo e della Saggezza, esposti dal
Budda durante i precedenti quarant’anni
comprenderli secondo il principio di “associare,
escludere, mettere in relazione e
includere”». Questo passo del commentario
sostiene essenzialmente che un sutra
che si autodefinisca “re dei sutra”, ma non
dichiari di essere superiore ai sutra esposti
prima e a quelli che saranno esposti successivamente,
deve essere considerato un
sutra che appartiene agli [insegnamenti
con valore di] espedienti.
È tipico dei sutra predicati prima
del Sutra del Loto non fare riferimento
ai sutra che saranno esposti nel futuro.
Solamente nel Sutra del Loto, l’ultima
e la massima predicazione del Budda, si
afferma esplicitamente che solo questo
sutra ricopre una posizione di assoluta
superiorità «tra quelli [i sutra] che ho
predicato, che ora predico e che predicherò
».
Di conseguenza in un commentario
si afferma: «Solo nel Sutra del Loto il
Budda spiegò l’intento dei suoi precedenti
insegnamenti e l’intento del suo insegnamento
attuale». Cioè nel Sutra del
Loto vengono definiti chiaramente sia il
vero intento del Tathagata, sia i metodi
da usare per istruire e convertire.
Per questa ragione T’ien-t’ai sostiene:
«Dopo che il Tathagata ebbe ottenuto
l’illuminazione, per più di quarant’anni
non rivelò la verità. Nel Sutra del Loto
per la prima volta rivelò la verità». In
altre parole, per più di quarant’anni da
quando ebbe iniziato a percorrere le vie
del mondo, il Tathagata non rivelò il vero
insegnamento. Nel Sutra del Loto rivelò
per la prima volta la vera via che conduce
al conseguimento della Buddità.
.
Domanda: Ho compreso che cosa intendi
dicendo che il Sutra del Loto è il
primo fra tutti i sutra che il Budda «ha
predicato, che ora predica e che predicherà
». Tuttavia un certo maestro sostiene
che l’affermazione «in questi quarant’anni
e più, non ho ancora rivelato la verità
» era rivolta solo agli ascoltatori della
voce che furono in grado di conseguire
la Buddità con il Sutra del Loto, ma non
ai bodhisattva che avevano già ottenuto
il beneficio dell’illuminazione con i sutra
esposti prima del Sutra del Loto. Qual è
la tua opinione in proposito?

.
Risposta: Che il Sutra del Loto sia
stato predicato per il bene delle persone
dei due veicoli e non per i bodhisattva, e
che le parole «non ho ancora rivelato la
verità» siano applicabili esclusivamente
alle persone dei due veicoli, è una teoria
elaborata dal Gran Maestro Tokuitsu, un
prete della scuola delle Caratteristiche
dei dharma. Essa fu confutata dal Gran
Maestro Dengyo che scrisse: «Esiste al
presente un individuo che si nutre di cibi
grossolani, il quale ha composto svariati
volumi di scritti falsi, offendendo la Legge
e le persone. Come potrà salvarsi dal cadere
nell’inferno?». Quando fu criticato
con queste parole, la lingua di Tokuitsu si
spezzò in otto pezzi ed egli morì.
Comunque sia, l’affermazione che la
frase «non ho ancora rivelato la verità»
sia stata formulata per la salvezza delle
persone dei due veicoli è del tutto ragionevole.
Infatti, sin dal principio, aprire
la strada dell’illuminazione alle persone
dei due veicoli fu lo scopo fondamentale
della predicazione del Tathagata. I metodi
di istruzione usati in tutta la sua vita
di maestro e gli abili espedienti impiegati
nei tre cicli di predicazione erano diretti
principalmente a loro.
Nel Sutra della Ghirlanda di fiori si dice
che persino gli esseri dell’inferno possono
divenire Budda, ma gli ascoltatori della
voce e i risvegliati all’origine dipendente
sono condannati come incapaci di divenire
Budda. Nei sutra Corretti ed equi si afferma
che, come i fiori di loto non possono crescere
sul picco di un’alta montagna, le persone
dei due veicoli [non potranno raggiungere
l’illuminazione perché] hanno bruciato i semi
della Buddità. E nei sutra della Saggezza
leggiamo che coloro che hanno commesso i
cinque peccati capitali possono conseguire
la Buddità, mentre i due veicoli vengono abbandonati
perché incapaci di farlo. Il Tathagata
adesso dichiara che il suo vero intento
è che queste persone misere e abbandonate
possano invece conseguire la Buddità, usando
ciò come una dimostrazione della superiorità
del Sutra del Loto.
T’ien-t’ai quindi asserì: «Né il Sutra
della Ghirlanda di fiori né l’Ampio Sutra
della Saggezza potevano curare [la condizione
di queste persone dei due veicoli].
Solamente il Sutra del Loto era in grado
di generare buone radici in coloro che
non avevano più niente da imparare18 e
consentire loro di raggiungere la via del
Budda. Perciò questo sutra è definito myo
o meraviglioso. In più, gli icchantika, o
persone di incorreggibile miscredenza,
tuttavia possiedono una mente, perciò
hanno ancora la possibilità di conseguire
la Buddità. Ma le persone dei due veicoli
hanno annientato la coscienza e perciò non
possono risvegliare la mente che aspira all’illuminazione.
Tuttavia il Sutra del Loto
è in grado di curarli, questo è il motivo per
cui è chiamato myo, o meraviglioso»19.
Il significato di questo passo non ha
bisogno di spiegazione: dovrebbe essere
chiaro una volta per tutte che anche la
medicina delle dottrine offerte dai sutra
della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi
e dall’Ampio Sutra della Saggezza non
può guarire la grave malattia che affligge
le persone dei due veicoli. Inoltre nei
sutra predicati prima del Sutra del Loto
persino alle persone colpevoli, condannate
a dimorare nei tre cattivi sentieri, viene
concesso lo stato di bodhisattva [e quindi
la possibilità di conseguire la Buddità],
mentre tale concessione non viene accordata
alle persone dei due veicoli.
A questo proposito il Gran Maestro
Miao-lo spiega: «Nei vari sutra a volte s’insegna
che gli esseri degli altri sentieri sono
condotti al vero [sentiero della Buddità],
ma per i due veicoli non c’è alcuna speranza.
Perciò, [nel Sutra del Loto] gli esseri dei
sei sentieri sono accomunati ai bodhisattva
[ai quali è garantita la Buddità] e il potere
del sutra viene esposto a favore dei due
veicoli per i quali è sommamente difficile
conseguire la Buddità»20. T’ien-t’ai afferma
che il conseguimento della Buddità da parte
delle persone dei due veicoli è la prova
che tutti gli esseri viventi, senza eccezione
alcuna, possono divenire Budda.
Si può pensare che sia difficile per un
asura attraversare il grande mare? O che
per un bambino sia facile buttare a terra
un uomo grande e grosso? Anche i sutra
esposti prima del Sutra del Loto affermano
che coloro che possiedono i semi della
natura di Budda possono conseguire la
Buddità, ma nessuno afferma che potranno
farlo coloro i cui semi sono irrimediabilmente
bruciati. Solamente la buona
medicina del Sutra del Loto può guarire
senza difficoltà questa grave afflizione.
Ora, se desideri conseguire la Buddità,
devi solo ammainare i vessilli dell’arroganza,
mettere da parte il bastone della rabbia e dedicarti
esclusivamente all’unico veicolo del
Sutra del Loto. Fama mondana e profitto
sono orpelli della presente esistenza; arroganza
e pregiudizio sono catene nella futura
esistenza. Dovresti vergognarti di queste cose!
E dovresti anche averne paura!
.
Domanda: Dato che da un singolo
esempio si può supporre la natura di tutte
le cose, ascoltando le tue brevi osservazioni
sul Sutra del Loto, i miei orecchi e i
miei occhi si sono aperti per la prima volta.
Ma come si può comprendere il Sutra
del Loto e raggiungere al più presto la riva
dell’illuminazione?
Ho sentito dire che solamente colui per
il quale il sole della saggezza splende senza
nuvole nel grande cielo dei tremila regni
in un singolo istante di vita, e per il quale
l’acqua della saggezza non è mai torbida
nell’ampio stagno della triplice contemplazione
in un’unica mente, abbia la capacità
di portare avanti la pratica di questo sutra.
Ma, poiché io non mi sono mai impegnato
nello studio delle varie scuole della capitale
meridionale di Nara e sono all’oscuro delle
dottrine del Trattato sugli stadi della pratica
dello Yoga e del Trattato sulla dottrina della
coscienza come unica realtà, e, poiché i miei
occhi sono ugualmente chiusi nei confronti
degli insegnamenti del picco settentrionale
di Hiei, sono confuso sul significato di
Grande concentrazione e visione profonda
e di Annotazioni su “Il significato profondo
del Sutra del Loto”. Riguardo alla scuola
Tendai e alla scuola delle Caratteristiche
dei dharma posso essere paragonato a una
persona che ha una pentola sulla testa e il
viso rivolto al muro. Sembrerebbe, quindi,
che le mie capacità non siano all’altezza del
Sutra del Loto. Come devo comportarmi?

.
Risposta: Gli studiosi di oggi sostengono
che solamente coloro che possiedono
una saggezza superiore e che si impegnano
con totale assiduità nella pratica della meditazione
abbiano la capacità di beneficiare
del Sutra del Loto, e dissuadono coloro che
mancano di tale saggezza anche soltanto
dal provare. Ma questo è un punto di vista
del tutto ignorante ed errato. Il Sutra
del Loto è l’insegnamento che permette a
tutti gli esseri viventi di raggiungere la via
del Budda: perciò coloro che possiedono
facoltà e capacità superiori dovrebbero naturalmente
dedicarsi alla contemplazione e
alla meditazione sulla Legge mentre, per le
persone di facoltà e capacità inferiori, la cosa
importante è semplicemente la fede. Perciò
il Sutra del Loto afferma: «Se uomini o
donne devoti, […] crederanno in esso e lo
riveriranno con cuore puro, senza dubbi
né perplessità, essi non cadranno mai nell’inferno,
nel regno degli spiriti affamati o
in quello degli animali, ma nasceranno alla
presenza dei Budda delle dieci direzioni»21.
Dovremmo avere piena fede nel Sutra del
Loto e desiderare di nascere in presenza
dei Budda in una delle prossime vite.
Supponiamo, per fare un esempio, che
una persona si trovi ai piedi di un argine
alto e sia incapace di salire, e supponiamo
che ci sia qualcuno in cima all’argine che
gli cali una corda dicendo: «Se l’afferri ti
farò salire in cima all’argine». Se la persona
in basso, dubitando che l’altro abbia la
forza di tirarlo su o che la corda sia troppo
debole, si rifiuta di allungare la mano per
afferrarla, come potrà mai giungere sulla
cima dell’argine? Ma se segue le istruzioni,
tende la mano e afferra la fune, allora
potrà salire.
Se si dubita della forza del Budda
quando afferma: «Io sono l’unica persona
che può salvarli e proteggerli»22; se si dubita
della corda offerta dal Sutra del Loto che
insegna che si può «accedervi solo grazie
alla fede»23; se non si invoca la Legge mistica
che garantisce che «tale persona sicuramente,
senza alcun dubbio, [raggiungerà la
via del Budda]»24, allora il potere del Budda
non potrà raggiungerci e sarà impossibile
scalare l’argine dell’illuminazione.
La mancanza di fede è l’errore fondamentale
che provoca la caduta nell’inferno.
Perciò nel Sutra del Loto è scritto: «Se
nei confronti di questo sutra uno dovesse
nutrire dubbi e mancasse di credere, cadrebbe
all’istante nei cattivi sentieri»25.
Chi ha avuto la rara fortuna di nascere
come essere umano e l’ulteriore fortuna di
incontrare gli insegnamenti buddisti, come
può sprecare un’occasione come questa?
Se vuole credere in qualcosa, allora,
tra tutti gli insegnamenti del Mahayana e
dello Hinayana, fra le dottrine provvisorie
e le dottrine vere, dovrebbe prendere fede
nell’unico veicolo, il vero scopo per il quale
i Budda compaiono in questo mondo, il
sentiero diretto per l’illuminazione di tutti
gli esseri viventi.
Se il sutra che una persona abbraccia
è superiore a tutti gli altri sutra, anche la
persona che lo sostiene deve essere superiore
a tutte le altre. Ecco perché il sutra
afferma: «Una persona che è in grado di
accettare e sostenere questo sutra, allo
stesso modo è la prima fra tutti gli esseri
viventi». Non ci può essere alcun dubbio
su queste auree parole del grande santo.
Eppure la gente non comprende questo
principio o non lo prende in considerazione,
invece cerca la fama o si lascia sviare
dai dubbi e dai pregiudizi, ponendo così
le basi per cadere nell’inferno.
Tutto ciò che io desidero è che tu abbracci
questo sutra, gettando il tuo nome
sul mare di voti fatti dai Budda delle dieci
direzioni e affidando il tuo onore al cielo
di compassione dei bodhisattva delle tre
esistenze. Quando una persona abbraccia
il Sutra del Loto, gli dèi celesti, i draghi e
gli altri degli otto tipi di esseri non umani,
e tutti i grandi bodhisattva, diventeranno
suoi seguaci. Inoltre il suo corpo fisico, che
sta ancora ponendo le cause per conseguire
la Buddità, acquisirà l’occhio del Budda
di chi ha portato a termine tale cammino
e questa carne comune che vive nel regno
del condizionato indosserà la sacra veste
dell’incondizionato. Allora non dovrà più
temere i tre sentieri o tremare davanti alle
otto difficoltà. Salirà sul picco della montagna
dei sette espedienti e spazzerà via le
nuvole dei nove mondi. Nel giardino della
terra immacolata sbocceranno i fiori e nel
cielo della natura del Dharma splenderà la
luna. Possiamo fare affidamento sul passo
che promette: «Tale persona sicuramente,
senza alcun dubbio, conseguirà la via del
Budda» e non dobbiamo dubitare dell’affermazione
del Budda: «Io sono l’unica
persona che può salvarli e proteggerli».
I benefici che si ottengono anche da
un singolo istante di fede e comprensione
nel Sutra del Loto sorpassano quelli della
pratica delle cinque paramita, e il beneficio
dalla cinquantesima persona che gioisce
nell’udire il Sutra del Loto è maggiore
di quello che si acquisisce in ottant’anni
di offerte. La dottrina dell’ottenimento
immediato dell’illuminazione offusca di
gran lunga quelle delle altre scritture, e
le affermazioni sulla rivelazione dell’illu-
minazione originale del Budda e della incommensurabile
durata della sua vita non
si trovano in nessun altro insegnamento.
Per questo motivo, la figlia di otto anni
del re drago fu capace di uscire dal vasto
mare e dimostrò in un istante il potere
di questo sutra, e Pratiche Superiori, un
bodhisattva dell’insegnamento originale,
emerse dalla grande terra dimostrando la
durata inconcepibilmente lunga della vita
del Budda. Questo è il re dei sutra, che
sfugge a ogni descrizione con le parole, la
Legge meravigliosa al di là del potere di
comprensione della mente.
Ignorare la supremazia del Sutra del
Loto e affermare che gli altri sutra stanno
al suo stesso livello è la peggiore offesa
alla Legge, una colpa della massima
gravità. Nessuna analogia è sufficiente
per illustrare ciò. Neppure i Budda, con
i loro poteri di magica trasformazione,
riuscirebbero a descriverne fino in fondo
le conseguenze, e i bodhisattva, con
tutta la saggezza a loro disposizione, non
potrebbero sondarne l’immensità. Perciò
il capitolo “Parabola e similitudine” del
Sutra del Loto dice: «Se dovessi descrivere
le punizioni [in cui incorrono coloro
che offendono questo sutra], potrei proseguire
per un intero kalpa senza giungere
alla fine». Significa che nemmeno un
intero kalpa basterebbe per descrivere
la gravità della colpa di una persona che
agisce anche una sola volta contro il Sutra
del Loto.
Per questa ragione, una persona che
commette questa colpa non potrà mai
ascoltare la predicazione dei Budda delle
tre esistenze e sarà esclusa dalle dottrine
dei Tathagata, che sono numerose come i
granelli di sabbia del Gange. Tale persona
uscirà dall’oscurità per entrare in una
oscurità più grande. Come potrà evitare
le sofferenze della grande fortezza dell’inferno
Avichi? Come può una persona
di buon senso non temere la prospettiva
di lunghi kalpa di sofferenza?
Il sutra afferma: «Se qualcuno, […]
vedendo coloro che leggono, recitano, copiano
e sostengono questo sutra, li dovesse
disprezzare, odiare, invidiare, o provare
rancore nei loro confronti […]. Allorché
la sua vita giungerà al termine egli cadrà
nell’inferno Avichi». Questo passo significa
che chi disprezza, odia, invidia o
prova rancore nei confronti di coloro che
leggono e abbracciano il Sutra del Loto
cadrà dopo la morte nella grande fortezza
dell’inferno Avichi. Chi riuscirebbe
a non tremare di fronte a queste auree
parole del grande santo? E chi potrebbe
dubitare della chiara affermazione del
Budda: «Mettendo da parte onestamente
gli espedienti, [esporrò unicamente la suprema
via]»?
Tuttavia, tutti voltano le spalle a questi
passi del sutra e il mondo intero è
completamente confuso sui princìpi del
Buddismo. Perché tu persisti a seguire gli
insegnamenti dei cattivi amici? Il Gran
Maestro T’ien-t’ai spiegò che accettare e
riporre fede nelle dottrine dei cattivi maestri
equivale a bere veleno. Devi stare attento
a questo! Stai molto attento!
Guardando attentamente il mondo di
oggi, vediamo che, sebbene dichiarino che
la Legge è degna di rispetto, tutti odiano
la persona [che l’abbraccia]. Tu stesso
sembri molto confuso su quale sia la sorgente
della Legge. Proprio come tutte le
piante e gli alberi sorgono dalla terra, così
tutti i vari insegnamenti del Budda vengono
diffusi da persone. Come disse T’ient’ai:
«Anche durante la vita del Budda la
Legge era rivelata dalle persone. Come si
può dire che nell’ultima epoca la Legge è
degna di rispetto, ma che la persona che
l’abbraccia è spregevole?».
Quindi, se la Legge che una persona
abbraccia è suprema, ne consegue che
la persona che l’abbraccia deve essere la
prima tra tutte le altre. E se ciò è vero,
allora denigrare questa persona equivale
a denigrare la Legge, così come disprezzare
un bambino equivale a disprezzare i
suoi genitori.
Da ciò puoi capire che oggi le parole
delle persone non corrispondono minimamente
a quello che hanno in mente. È
come se colpissero i propri genitori con
una copia de Il classico della pietà filiale.
Sapendo che, senza essere visti, i Budda
e i bodhisattva li stanno osservando, dovrebbero
vergognarsi delle loro azioni!
Le pene dell’inferno sono veramente terribili.
Stai attento, stai molto attento!
Quando vedi persone di capacità superiore
alla tua, non denigrarti. La vera
intenzione del Budda era che a nessuno,
neanche alle persone di capacità inferiore,
fosse negata l’illuminazione. Viceversa,
quando ti paragoni a persone di
capacità inferiore, non essere arrogante
e presuntuoso. Anche le persone di capacità
superiore possono essere escluse
dall’illuminazione se non si dedicano con
tutto il cuore.
Uno può avere nel cuore il proprio
paese natale, ma, se la strada è interrotta
o non ci sono ragioni di tornarvi, alla fine
anche il pensiero si allontana sempre più.
Benché si ami una persona, se non si ha
alcuna speranza di conquistarne l’amore
e non si è scambiata alcuna promessa, si
smette pian piano di aspettarla. Allo stesso
modo trascuriamo il nostro viaggio
verso la pura terra del Picco dell’Aquila,
anche se essa supera in grandiosità i palazzi
dei nobili e degli alti ministri, e inoltre
è abbastanza facile da raggiungere.
Non riusciamo a vedere la figura gentile
e benevola del Budda che ha dichiarato:
«Io sono il padre di voi tutti», sebbene
dovremo sicuramente presentarci al suo
cospetto. Non dovremmo addolorarci di
ciò bagnando le maniche di lacrime, con
il cuore consumato dal rimorso?
Il colore delle nuvole nel cielo al crepuscolo,
la luce della luna che si affievolisce
allo spuntar dell’alba, sono cose
che dovrebbero farci riflettere. Ogni
volta che gli eventi ci rammentano l’incertezza
della vita, dovremmo rivolgere
il pensiero alla vita a venire. Pensaci
quando osservi i germogli in primavera
o la neve in una mattina d’inverno, non
dimenticartene un solo istante nelle sere
in cui il vento infuria e cumuli di nuvole
si agitano nel cielo.
La vita non dura più a lungo dell’intervallo
fra un’espirazione e l’inspirazione
successiva. In quale momento, in quali
circostanze potremmo mai permetterci
di dimenticare il compassionevole voto
del Budda che dichiarò: «Questo è il
mio pensiero costante: [come posso far
sì che tutti gli esseri viventi accedano alla
via suprema e acquisiscano rapidamente
il corpo di Budda]»? In quale giorno o
mese possiamo abbandonare il sutra che
dice: «[Fra coloro che ascoltano la Legge]
nemmeno uno mancherà di conseguire la
Buddità»?
Ieri diventa oggi, l’anno scorso diventa
quest’anno: quanto tempo possiamo
aspettarci di continuare a vivere così?
Guardando indietro al passato, possiamo
contare quanti anni abbiamo vissuto, ma,
se guardiamo al futuro, chi può sapere se
rientrerà nel numero dei vivi per un altro
giorno o anche solo per un’altra ora? Ma,
benché uno sappia che il momento della
morte si sta avvicinando, si aggrappa alla
sua arroganza e ai suoi pregiudizi, alla
fama e al profitto, e non si dedica alla recitazione
della Legge mistica. Tale atteggiamento
è assolutamente futile! Anche se
il Sutra del Loto è ritenuto l’insegnamento
che permette a tutti gli esseri viventi di
raggiungere la via del Budda, come può
conseguirla una persona che si comporta
così? Si dice che nemmeno la luce della lu-
na si degni di illuminare la manica di una
persona arida e fredda40.
Inoltre, poiché la vita non dura che
un momento, il Budda ha esposto i benefici
che derivano da un singolo istante di
gioia [per avere udito il Sutra del Loto].
Se avesse detto che sono necessari due
o tre istanti, non si potrebbe più parlare
di voto originale del Budda di grande e
imparziale saggezza, di unico veicolo dell’insegnamento
che rivela direttamente la
verità e conduce tutti gli esseri viventi al
conseguimento della Buddità.
Per quanto riguarda il tempo della
propagazione, il Sutra del Loto si diffonde
nell’ultima epoca, quando la Legge del
Budda sta per scomparire; riguardo alle
capacità delle persone, esso può salvare
anche coloro che commettono i cinque
peccati capitali o che offendono l’insegnamento
corretto. Lasciati quindi guidare
dall’intento [del Sutra del Loto, che è]
l’immediato ottenimento dell’illuminazione
e non cedere alle idee errate che hanno
origine dagli attaccamenti o dai dubbi.
Quanto dura una vita? Se ci fermiamo
a riflettere, è come la sosta di una notte in
una locanda lungo la strada. Come possiamo
dimenticarlo e ricercare invece un po’
di fama e profitto? Anche se li ottieni, saranno
come ricchezze possedute in un sogno,
gioie di scarso valore. Faresti meglio
a lasciare tali questioni al karma formato
nelle tue esistenze precedenti.
Una volta risvegliato all’incertezza e
alla transitorietà di questo mondo, troverai
infiniti esempi che si presenteranno ai
tuoi occhi e riempiranno i tuoi orecchi.
Scomparsi come nuvole o pioggia, gli uomini
del passato non hanno lasciato altro
che i loro nomi. Svanendo come rugiada,
dissolvendosi come fumo, anche i nostri
amici di oggi spariscono dalla nostra vista.
Può qualcuno supporre che lui solo possa
in qualche modo rimanere eterno come le
nuvole sopra il monte Mikasa41?
I fiori di primavera seguono il vento e
le foglie dell’acero si tingono di rosso con
le piogge autunnali. Sono tutti segni che
niente dura a lungo in questo mondo. Perciò
il Sutra del Loto ci consiglia: «Niente
in questo mondo è durevole o stabile, ogni
cosa è simile a una bolla, a schiuma, a un
miraggio».
«[Questo è il mio pensiero costante:]
come posso far sì che tutti gli esseri viventi
accedano alla via suprema e acquisiscano
rapidamente il corpo di Budda». Queste
parole esprimono il desiderio più profondo
del Budda di condurre alla Buddità sia
coloro che accettano il Sutra del Loto, sia
coloro che vi si oppongono. Poiché questo
è il suo scopo fondamentale, la persona
che abbraccia il Sutra del Loto anche per
poco tempo agisce in accordo con la sua
volontà e, poiché agisce in accordo con la
sua volontà, ripaga il debito di gratitudine
nei confronti del Budda. Le parole del sutra,
piene di compassione come l’amore di
una madre, troveranno conforto e anche la
preoccupazione del Budda, che afferma:
«Io sono l’unica persona che può salvarli
e proteggerli», troverà sollievo. Il Budda
Shakyamuni non sarà il solo a rallegrarsi;
poiché il Sutra del Loto è lo scopo fondamentale
per il quale tutti i Budda appaiono
nel mondo, anche i Budda delle dieci
direzioni e delle tre esistenze si rallegreranno.
Shakyamuni disse: «[Se qualcuno
potrà sostenerlo anche solo per breve tempo]
certo io ne gioirò e così faranno anche
tutti gli altri Budda»43. Non solo i Budda
si rallegreranno, ma anche gli dèi si uniranno
alla loro gioia. Per questo, quando il
Gran Maestro Dengyo insegnò il Sutra del
Loto, il Grande Bodhisattva Hachiman gli
offrì un mantello color porpora e, quando
l’Onorevole Kuya recitò il Sutra del
Loto, la grande divinità del santuario Matsuo
poté ripararsi dal vento freddo.
Per questa ragione, quando si prega
affinché «i sette disastri istantaneamente
svaniscano e subito appaiano le sette fortune
»46, questo sutra si rivela il più efficace
di tutti, dato che promette che i suoi devoti
«godranno di pace e sicurezza nell’esistenza
presente». E quando si prega per
evitare i disastri dell’invasione straniera e
della rivolta interna, niente può superare
questo meraviglioso sutra, poiché assicura
che le persone che lo abbracciano «non
subiranno declino o danni nello spazio di
cento yojana».
Ma oggigiorno il modo di pregare è precisamente
il contrario di quello che dovrebbe
essere: si usano gli insegnamenti provvisori
intesi per la propagazione nelle epoche
precedenti, e non la Legge segreta della
suprema verità, intesa per la propagazione
nell’ultima epoca. È come usare il calendario
dell’anno passato o come impiegare per
la pesca un corvo al posto di un cormorano.
Ciò accade esclusivamente perché si
attribuiscono i massimi onori ai maestri
sbagliati degli insegnamenti provvisori,
mentre non si dà il giusto riconoscimento
al maestro illuminato al vero insegnamento.
È triste pensare che questa pietra preziosa
grezza, come quella offerta da Pien
Ho49 ai re Wen e Wu, non sia accettata in
nessun luogo! Ma è una gioia che io abbia
ottenuto in questa vita la gemma inestimabile
nascosta nella crocchia di capelli
[del re che mette in moto la ruota]50, per
la quale il Budda Shakyamuni apparve in
questo mondo!
Ciò che dico è stato testimoniato dai
Budda delle dieci direzioni; non sono vane
chiacchiere. Quindi, sapendo che il Sutra
del Loto afferma: «Nel mondo dovrà fronteggiare
molta ostilità e sarà difficile credervi
»51, come puoi serbare la benché minima
incredulità? E quando afferma che «tale
persona sicuramente, senza alcun dubbio,
conseguirà la via del Budda», come puoi
rifiutarti di divenire un Budda?
hai fatto che soffrire invano le pene di
innumerevoli esistenze. Perché non provi,
anche solo per una volta, a piantare
i meravigliosi semi che conducono all’eterna
e immutabile Buddità? Sebbene
nel presente tu possa gustare appena una
minima parte delle gioie eterne che ti attendono
nel futuro, di certo non dovresti
spendere sconsideratamente il tuo tempo
inseguendo fama e profitto, che sono fugaci
come il lampeggiare di un fulmine
o la rugiada mattutina. Il Tathagata insegna:
«Non vi è salvezza nel triplice mondo;
esso è come una casa in fiamme»,
e un bodhisattva afferma: «Tutte le cose
sono come fantasmi, come immagini evocate
per magia».
Al di fuori della capitale della Luce
Tranquilla, c’è il regno della sofferenza.
Una volta abbandonato il rifugio dell’illuminazione
intrinseca, cosa potrà portarti
gioia? Prego perché tu abbracci la Legge
mistica che garantisce che «godranno di
pace e sicurezza nell’esistenza presente e
nasceranno in circostanze favorevoli nelle
successive». È il solo onore che ti serve
ricercare nell’esistenza presente e l’azione
che ti guiderà verso la Buddità nella prossima
esistenza. Recita Nam-myoho-rengekyo
con un’unica mente ed esorta gli altri
a fare la stessa cosa; questo resterà il solo
ricordo della tua vita presente in questo
mondo umano.
Nam-myoho-renge-kyo,
Nam-myoho-renge-kyo.

Nichiren

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