mercoledì 9 giugno 2010

Il sutra della Ghirlanda di Fiori. o: Sutra della luce dorata. Capitoli 1-4


CAPITOLO I - Prologo

Mi prostro a tutti i Buddha del passato, del presente
e a quelli che non sono ancora apparsi,
ai Bodhisattva, ai Pratyekabuddha e agli Arya Sravaka.
Così una volta udii.

Il Buddha si trovava sul Picco dell’Avvoltoio,
assorto nella profonda sfera dei fenomeni.
Mentre così dimorava, il Tathagata, attorniato da supremi Bodhisattva
puri e immacolati, espose il Re della Raccolta di Sutra, straordinariamente profondo da ascoltare e profondo da contemplare,
il Sutra della Sacra Luce Dorata, che qui esporrò.



Esso fu benedetto dall’ispirazione dei Buddha delle quattro direzioni:
Akhobhya a est,
Ratnaketu a sud,
Amitabha a ovest
e Dundubhisvara a nord.
Esporrò la spiegazione sacra e propizia
che elimina ogni errore,
consuma le cattive azioni,
concede ogni felicità
ed estingue ogni sofferenza;
questa benedizione, meravigliosamente adorna di tutte le glorie,
è il fondamento stesso dell’onniscienza.
Quegli esseri dalle facoltà sensoriali deteriorate,
quelli giunti al termine della propria vita o debilitati,
quelli caduti in disgrazia,
quelli abbandonati dai deva,
quelli odiati dalle proprie famiglie e dagli esseri amati,
quelli sfruttati nel lavoro e così via,
quelli che vivono in conflitto gli uni con gli altri,
quelli che soffrono per mancanza di mezzi,
quelli che vivono nella tristezza e nel dolore,
nella paura e nella miseria,
quelli afflitti dagli astri e dalle maledizioni,
quelli tormentati da innumerevoli demoni
e anche quelli che, a causa della loro tristezza e del dolore
hanno incubi nel sonno,
tutti questi esseri, ben puliti e in ordine, dovrebbero ascoltare questo sacro discorso.
Chiunque [di loro], con mente virtuosa,
pulito, ben vestito e abbellito da piacevoli ornamenti,
ascolti questo sutra,
che è oggetto di profonda pratica dei Buddha,
la magnificenza del Sutra
Egli farà sì che i mali di tutti questi esseri e le loro intollerabili sofferenze
vengano estinti per sempre.
Gli stessi protettori del mondo,
accompagnati dalla forza di moltitudini di condottieri
e da molti milioni di yaksa,
concederanno loro protezione.
Sarasvatı, la grande devı,
Colei che dimora nel Nairañjana,
Ladra, matrika dei bhuta,
Stabile, la devı della terra,
i signori del reame di Brahma, i signori dei deva,
i potenti signori dei naga,
i signori dei kimnara e i signori degli asura,
così come i signori dei garuda,
tutti questi, con il loro seguito, le loro cavalcature
e la loro forza,
si riuniranno in questo luogo
e, giorno e notte, senza distrarsi,
li proteggeranno.
Questo sutra è oggetto di profonda pratica
è il segreto di tutti i Buddha
che difficilmente si può incontrare nel corso di milioni di eoni,
ed è quello che esporrò con chiarezza.
Coloro che lo ascoltano,
coloro che ne favoriscono l’altrui ascolto,
ne gioiscono o gli rendono omaggio,
tutti loro saranno, per milioni di eoni, oggetto di venerazione
da parte di deva, naga,
esseri umani, kimnara,
asura e numerosi yaksa.
I poveri di merito
ne creeranno una raccolta incommensurabile,
inconcepibile e impossibile da misurare.
Essi saranno sostenuti con fermezza
dai Buddha completamente illuminati delle dieci direzioni
e, similmente, dai bodhisattva che godono il profondo.
Pulito, ben vestito e profumato,
con la mente colma di amore,
onora questo sutra senza distrarti.
Ascolta questo sacro sutra
con una mente immacolata,
totalmente aperta e fervente.
Chi ascolta questo sutra
diverrà uno dei migliori tra gli esseri umani,
otterrà una vita umana eccellente
e godrà di abbondanti beni per tutta la sua durata.
Coloro che odono
questa famosa esposizione
si addestreranno nella radice di virtù
e saranno elogiati da moltitudini di Buddha.
Questo è il primo capitolo della Sacra Luce Dorata, il Re della
raccolta di Sutra, chiamato ‘Prologo’.


Capitolo II - La durata della vita del Tatagata

Una volta, in una certa occasione, nella grande città di Rajagriha viveva il bodhisattva chiamato Pinnacolo di Bellezza, un grande essere che aveva venerato i conquistatori del passato, aveva generato radici virtuose e riverito centomila milioni di Buddha. Egli ebbe questo pensiero:

«Qual è la causa, qual è la ragione per cui una persona come il Bhagavan Sakyamuni vive solo ottant’anni?» Stava così riflettendo sulla breve durata della vita del Buddha, e proseguì pensando:
«Il Bhagavan pronunciò queste parole: ‘La longevità proviene da due cause e due condizioni [che sono] astenersi dall’uccidere e donare cibo con generosità’.
Il Bhagavan Sakyamuni, tuttavia, non solo si astenne dall’uccidere per innumerevoli centinaia di milioni di eoni, ma seguì anche scrupolosamente il sentiero delle dieci azioni virtuose, donò cibo ai bisognosi e offrì anche oggetti esterni e interni.
Se giunse perfino a saziare gli esseri affamati con la carne, il sangue, le ossa e addirittura il midollo del proprio corpo, che bisogno c’è di menzionare altri nutrimenti?»

Così scorreva il suo pensiero.

Mentre questo essere santo manteneva la mente assorta nel Buddha e così pensava, la sua casa, per il potere del Tathagata, divenne grande e spaziosa, formata da lapislazzuli, adorna di ogni sorta di gioielli celestiali e impregnata del profumo di un incenso migliore di quello dei deva, trasformazioni dovute al Tathagata.

Nelle quattro direzioni della dimora sorsero quattro troni formati da gioielli celestiali, sui quali apparvero, ben disposti, dei cuscini rivestiti da preziosi tessuti dai colori divini. Sui troni apparvero anche fiori di loto adorni di una moltitudine di gioielli, trasformazioni dovute al Tathagata.

Su questi fiori di loto apparvero quattro Buddha Bhagavan:
a est il Tathagata Akhobhya,
a sud il Tathagata Ratnaketu,
a ovest il Tathagata Amitayus e
a nord il Tathagata Dundubhisvara.

Subito dopo la comparsa di questi Buddha Bhagavan sui troni sostenuti da leoni, in quel momento, la grande città di Rajagriha fu pervasa da un immenso splendore, che illuminava anche i reami del grande migliaio di mondi, la sfera dei mondi delle dieci direzioni e tante sfere di mondi delle dieci direzioni quanti sono i granelli di sabbia sulle rive del fiume Gange. Cadde anche una pioggia di fiori celestiali e risuonò una musica divina di melodiosi cimbali.
Per il potere del Buddha, tutti gli esseri senzienti nei reami di un grande migliaio di un miliardo di mondi furono pervasi da una felicità divina. Quelli dalle facoltà sensoriali incomplete le ottennero integre:
i ciechi dalla nascita poterono vedere e i sordi udire.
I malati di mente ritrovarono la ragione.
Gli esseri dalla mente distratta ottennero la capacità di non distrarsi.
Gli ignudi trovarono indumenti di cui vestirsi.
Gli affamati furono saziati.
Gli assetati placarono la loro sete.
Quelli tormentati dalla malattia recuperarono la salute.
Gli esseri afflitti da una tara fisica ottennero un corpo perfetto.
Nel mondo apparvero eventi prodigiosi in gran numero.

Quando il Bodhisattva Pinnacolo di Bellezza vide i [Quattro] Buddha Bhagavan, ne rimase avvinto.
Estasiato e pieno di fede, provò una grande gioia e una grande felicità.
In quello stato di gioia e beatitudine mentale,
si pose a un lato degli eccellenti Buddha Bhagavan
con le mani giunte in preghiera e rimase assorto in essi.
Consapevole delle qualità del Bhagavan Sakyamuni
e perplesso riguardo alla durata della sua vita, pensava:

«Com’è possibile che qualcuno come il Bhagavan Sakyamuni viva solamente ottant’anni? Perché ebbe una vita così breve?»

Pensava e rifletteva su questo pensiero:

«Com’è possibile?»

In quel momento, i Buddha Bhagavan, conoscendo i suoi pensieri, così si rivolsero al bodhisattva Pinnacolo di Bellezza:

«Figlio di nobile lignaggio,
non pensare che la durata della vita del Bhagavan Sakyamuni sia breve. Figlio di nobile lignaggio, la ragione è che,
a parte i Tathagata distruttori del nemico
Buddha perfetti e completi, non c’è nessuno al mondo,
neppure i deva o altre creature, compresi i mara, Brahma, i religiosi e i bramini, i deva, gli uomini e gli asura, che sia in grado di conoscere completamente la durata della vita del Bhagavan Bhagavan Sakyamuni».


Subito dopo queste spiegazioni dei Buddha Bhagavan
sulla durata della vita del Tathagata,
in quel momento, per il potere del Buddha,
i figli dei deva che dimorano nel reame del desiderio,
quelli che dimorano nel reame della forma,
i naga, gli yaksa, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara, i mahoraga
e molte centinaia di migliaia di milioni di bodhisattva
si radunarono nella dimora del bodhisattva Pinnacolo di Bellezza.


Allora, di fronte all’intera assemblea, i Tathagata recitarono i versi del sutra che espone la durata della vita del Bhagavan Sakyamuni:
«Contare tutte le gocce d’acqua
contenute nell’oceano è possibile,
ma nessuno è in grado di misurare
la durata della vita di Sakyamuni.
Contare le più piccole particelle
di tutti i monti Meru è possibile,
ma nessuno è in grado di misurare
la durata della vita di Sakyamuni.
È possibile contare
perfino le più piccole particelle
che si trovano nella terra,
ma nessuno può misurare la durata della vita del Vittorioso.
Se qualcuno volesse misurare lo spazio
sarebbe possibile farlo,
ma non v’è nessuno che sia capace di misurare
la durata della vita di Sakyamuni.
Si può parlare degli eoni durante i quali
un Buddha perfetto è rimasto nell’esistenza,
centinaia di milioni di eoni,
ma è impossibile misurare la durata della vita del Budda.
Poiché vi sono due fattori,
la sua causa e la sua condizione
- abbandonare il danno delle negatività
e donare cibo con generosità -
per questo motivo è impossibile scorgere il numero
che misura la vita di questo Grande Essere
per quanti eoni si osservino,
e nemmeno in incalcolabili eoni.
Sii dunque libero dal dubbio,
non nutrire neanche la minima perplessità,
perché la durata della vita del Vittorioso
è qualcosa che non si può giungere a conoscere».

In quell’occasione, nell’assemblea
vi era un maestro che insegna le scritture,
un bramino chiamato Kaundinya,
il quale, accompagnato da migliaia di bramini, rese omaggio al Bhagavan.
Venuto a conoscenza del grande nirvana completo del Tathagata,
subito si prostrò ai piedi del Bhagavan supplicandolo:
«Il Bhagavan è buono con tutti gli esseri,
è dotato di grande compassione,
desidera fare il bene,
è come un genitore per tutti gli esseri,
è pari all’ineguagliabile e risplende come la luna,
è dotato di saggezza e conoscenza pari allo splendore del sole.
Ti supplico, tu che guardi a tutti gli esseri come a Rahula,
esaudiscimi un desiderio».


Il Bhagavan rimase in silenzio.
Allora, per il potere del Buddha,
un giovane litsavi conosciuto da tutti come Tutto il Mondo Gioisce Vedendolo, sicuro di sé, parlò in questo modo al bramino Kaundinya, il maestro che insegna le scritture:

«Perché tu, grande bramino,
supplichi il Bhagavan di esaudirti un desiderio?
Quel desiderio te lo esaudirò io».


Il bramino disse:
«Giovane litsavi, al fine di mostrare il mio rispetto
e per venerare il Bhagavan,
vorrei una reliquia del Bhagavan,
pur minuscola come un seme di senape,
poiché, a quanto si dice, venerando direttamente questa piccola reliquia
si otterrà definitivamente lo stato di signore dei deva
nel reame dei Trentatré.
O giovane litsavi!
Il Sutra della Sacra Luce Dorata
è difficile da comprendere per gli sravaka e i pratyekabuddha.
Ascolta con attenzione
la voce che espone il Sutra della Sacra Luce Dorata,
le cui caratteristiche e virtù sono così difficili da sondare.
O giovane litsavi!
Siccome il Sutra della Sacra Luce Dorata
è tanto difficile da conoscere e da penetrare,
noi bramini che viviamo in zone periferiche
vorremmo ottenere e portare custodita con noi una reliquia,
pur minuscola come un seme di senape,
perché fa velocemente ottenere agli esseri senzienti
lo stato di signore dei deva nel reame dei Trentatré.
O giovane litsavi!
Ti supplichiamo,
donaci una reliquia del Tathagata.
Non vuoi forse che,
portando questa reliquia protetta in una custodia,
gli esseri senzienti ottengano lo stato di signore dei deva
nel reame dei Trentatré?
O giovane litsavi!
Noi esprimiamo questo desiderio».

Il giovane litsavi Tutto il Mondo Gioisce
Vedendolo recitò allora questi versi al maestro che insegna le scritture,
il bramino Kaundinya:
«Quando nasceranno dei fiori nella corrente del fiume Gange
e il corvo diventerà rosso,
quando il cuculo muterà il suo colore
in quello della conchiglia,
la rosa darà i frutti della palma
e la palma darà boccioli di mango,
allora apparirà la reliquia
della grandezza di un seme di senape.
Quando con i peli della tartaruga
verrà tessuto un magnifico mantello
che può proteggere dal freddo dell’inverno,
allora apparirà la reliquia.
Quando verrà costruito un edificio intero
solido e stabile
con zampe di mosca,
allora apparirà la reliquia.
Quando alle sanguisughe
spunteranno denti,
bianchi, grandi e affilati,
allora apparirà la reliquia.
Quando si costruirà una scala adatta
per salire in cielo
con le corna di lepre,
allora apparirà la reliquia.
Quando, salendo con quella scala,
i topi si mangeranno la luna
e molesteranno Colui che Cattura,
allora apparirà la reliquia.
Quando le mosche che volano per il mercato
berranno birra in boccali di porcellana
e andranno a vivere in palazzi,
allora apparirà la reliquia.
Quando l’asino sarà felice,
avrà le labbra rosse come il frutto della Bimba
e diverrà molto abile nel canto e nella danza,
allora apparirà la reliquia.
Quando il gufo e il corvo
si recheranno in un luogo solitario
e si ameranno,
allora apparirà la reliquia.
Quando le foglie del Palasa
si trasformeranno in un parasole adorno di tre tipi di gioielli
e proteggeranno dalla pioggia,
allora apparirà la reliquia.
Quando una grande nave
con i suoi remi e le sue vele
navigherà su una pianura,
allora apparirà la reliquia.
Quando il gufo volerà
portando nel becco
il monte Incenso che Fa Sorgere la Fede,
allora apparirà la reliquia».

Il maestro che insegna le scritture, il bramino Kaundinya, dopo
aver ascoltato questi versi, si rivolse nuovamente a Tutto il Mondo
Gioisce Vedendolo, il giovane litsavi, dicendogli:
«Eccellente! Eccellente! Supremo giovane,
figlio dei vittoriosi e grande oratore
dotato di coraggio e abilità,
hai ottenuto la sacra profezia.
Ascoltami, giovane, nel dovuto ordine,
riguardo alla grandezza inconcepibile
del Protettore del mondo, il Rifugio, il Tathagata.
Le terre dei Buddha sono inconcepibili,
i tathagata sono impareggiabili,
tutti i Buddha dimorano sempre nella pace,
tutti i Buddha sono perfettamente emersi
e tutti i Buddha sono della medesima apparenza,
questa è la realtà del Buddha.
Il Bhagavan non è stato generato,
il Tathagata è non-nato.
Il suo corpo è duro come il vajra
e insegna attraverso il corpo di emanazione.
Quindi, la reliquia richiesta dal grande bramino,
pur minuscola come un seme di senape,
è qualcosa che non esiste:
come possono esservi reliquie
se il suo corpo è privo di ossa e di sangue?
Egli ci lascia le reliquie come metodo
per beneficiare gli esseri senzienti.
Il Buddha completo, il corpo di verità,
il Tathagata, la sfera della realtà
e qualunque attività di insegnamento del Dharma,
sono come il corpo del Bhagavan.
Giacché questo ascoltai e ne ero a conoscenza,
ho espresso questo desiderio
per chiarire la verità
in merito a questa profezia».
Trentaduemila figli dei deva, allora, dopo aver ascoltato questa
profonda spiegazione sulla durata della vita del Tathagata, generarono
la mente dell’illuminazione insuperabile, perfetta e completa
e, con le menti pervase da una gioia intensa, intonarono all’unisono
questi versi:
«Il Buddha non entra nel nirvana.
Il Dharma non svanisce.
Egli mostra il nirvana completo
per portare a completa maturazione gli esseri senzienti.
Il Buddha Bhagavan è inconcepibile,
il Tathagata, dal corpo permanente,
si manifesta in diverse forme
per beneficiare gli esseri senzienti».

Il bodhisattva Pinnacolo di Bellezza, allora,
dopo aver ascoltato dai Buddha Bhagavan e da questi due esseri santi
la spiegazione sulla durata della vita del Bhagavan Sakyamuni,
compiaciuto e fervente, estremamente deliziato e colmo di gioia,
si rallegrò, provò un’intensa beatitudine
e fu invaso da profonda devozione e grande felicità.

Nel momento in cui udirono questi insegnamenti
sulla durata della vita del Tathagata,
innumerevoli e incalcolabili esseri senzienti
generarono la mente dell’illuminazione insuperabile, perfetta e completa.
I Tathagata, poi, scomparvero.

Questo è il secondo capitolo della Sacra Luce Dorata, il Re della Raccolta di Sutra, chiamato ‘La durata della vita del Tathagata’.


CAPITOLO III - Vedere in sogno

Più tardi, il bodhisattva Pinnacolo di Bellezza,
addormentatosi, fece questo sogno:

Egli vide un tamburo dorato che pareva un mandala del sole,
il cui splendore lo illuminava tutto.
In ogni direzione vi erano innumerevoli, incalcolabili Buddha bhagavan
seduti sotto magnifici alberi,
su troni di lapislazzuli riccamente adorni,
accompagnati da un’assemblea di centinaia di migliaia di discepoli, disposti di fronte a loro e a quelli che insegnavano il Dharma.

Egli scorse allora una persona con l’aspetto di un bramino
che suonava il tamburo,
dal cui suono sgorgarono versi di insegnamento.

Il bodhisattva Pinnacolo di Bellezza,
destatosi,
rammentò quei versi
e quindi, al sorgere del sole,
evocandoli,
partì dalla grande città di Rajagriha.
Insieme a migliaia di creature si recò al Picco dell’Avvoltoio.
Giunto alla presenza del Bhagavan,
si inchinò ai suoi piedi, girò tre volte intorno a lui e sedette da un lato.
Poi, il bodhisattva Pinnacolo di Bellezza,
giungendo le mani in preghiera verso il Bhagavan,
recitò i versi dell’insegnamento che aveva udito in sogno
dal suono del tamburo.

Questo è il terzo capitolo della Sacra Luce Dorata,
il Re della Raccolta di Sutra, chiamato ‘Vedere in sogno’.


CAPITOLO IV - La confessione

Una notte in cui tutto era tranquillo
ebbi un sogno.
Vidi un grande e bel tamburo
che inondava tutto di luce dorata;
radioso come il sole,
colmava completamente di chiarore
illuminando tutte le dieci direzioni.
In tutte le direzioni
vidi i Buddha seduti
su troni di lapislazzuli riccamente adorni,
ai piedi di alberi ingioiellati,
attorniati da una grande assemblea
di molte centinaia di migliaia di discepoli.
Vidi qualcuno, che pareva un bramino,
suonare con forza il tamburo,
e dal suono udii questi versi:

«Possa il suono del maestoso tamburo della Sacra Luce Dorata
lenire tutte le sofferenze delle cattive migrazioni,
il dolore della morte
e i patimenti della miseria degli esseri
nelle sfere del grande migliaio di un miliardo di sistemi di mondi.
Possa il suono di questo maestoso tamburo
dissipare tutta la confusione del mondo,
e, allo stesso modo in cui il Signore dei Saggi,
libero dal timore, dissipò la paura,
possano gli esseri senzienti separarsi dalla paura
e vivere liberi dal timore.
Così come nel samsara l’onnisciente
Signore dei Saggi è dotato di ogni qualità degli arya,
possano tutti gli esseri ottenere le virtù
della stabilizzazione meditativa,
i rami dell’illuminazione e un oceano di qualità.
Grazie al suono di questo maestoso tamburo,
possano tutti gli esseri possedere la voce di Brahma
e raggiungere l’illuminazione sacra e suprema di un Buddha.
Possa la ruota del Dharma propagare la virtù
e rimanere per inconcepibili eoni.
Possa il Dharma essere insegnato per il beneficio
degli esseri migratori;
possa distruggere le afflizioni ed eliminare la sofferenza.


Possano l’attaccamento, l’odio e l’ignoranza essere pacificati.
Possano quegli esseri che vivono nei luoghi delle cattive migrazioni,
dove i loro scheletrici corpi ardono intensamente nel fuoco,
ascoltare il proclama del maestoso tamburo
e udire le parole ‘Rendo omaggio al Buddha’.
Possano tutti gli esseri ricordare le nascite
di cento vite e migliaia di milioni di nascite.
Sempre coscienti del Signore dei Saggi,
possano ascoltare ampiamente la sua parola.
Grazie al suono del maestoso tamburo
che accompagna sempre i Buddha,
possano le azioni negative
essere del tutto abbandonate.
Possano le azioni virtuose essere portate a compimento
e, quali che siano le preghiere e le aspirazioni
di uomini, deva e altre creature,
grazie al suono del maestoso tamburo
possano essere completati tutti gli scopi.
Possano estinguersi completamente tutti i fuochi
degli esseri nati negli insopportabili inferni,
i cui corpi ardono senza sosta fra le fiamme
e, privi di protezione, vagano nel dolore.
Grazie al suono del maestoso tamburo,
possano estinguersi tutte le sofferenze
nei mondi degli esseri infernali, dei preta
e degli esseri umani,
e qualsiasi altro intenso e insopportabile tormento degli esseri.
Possa io divenire un protettore,
un soccorritore e un sostegno supremo
per quelli privi di sostegno,
che non ricevono soccorso
e sono senza protezione.
O Buddha, i migliori tra quelli
che camminano su due gambe!
Tutti voi che dimorate nei mondi delle dieci direzioni
con la mente colma di amore e compassione,
vi supplico di prestarmi la vostra attenzione.
Quali che siano le azioni negative oltremodo gravi
che ho compiuto in passato,
le confesso tutte
al cospetto di coloro che sono dotati dei dieci poteri:
gli errori che ho commesso
non prendendomi cura dei miei genitori,
non prendendomi cura dei Buddha,
non impegnandomi nella virtù;
gli errori che ho commesso
per l’arroganza della ricchezza,
per la superbia della stirpe e dei possedimenti,
per il disdegno e la boria della gioventù;
gli errori che ho commesso
con pensieri, parole
e azioni malevole,
non riconoscendo la malvagità;
gli errori che ho commesso
lasciandomi trascinare da una mente immatura,
avendo una natura offuscata e ignorante,
influenzato da cattive compagnie,
con il pensiero confuso dalle afflizioni,
in preda al desiderio per il gioco,
influenzato dalla tristezza o dalla malattia
e dall’insoddisfazione per le ricchezze;
gli errori che ho commesso
per aver frequentato compagni ignobili,
per invidia, disonestà, avarizia,
per le pretese e per le miserie della povertà;
gli errori che ho commesso
cadendo nell’indigenza,
allo sfumare delle mie speranze
o nel trovarmi privo di mezzi;
gli errori che ho commesso
spinto da una mente ingannevole,
sopraffatto dal potere dell’attaccamento e dell’ira,
o afflitto da fame o da sete;
gli errori che ho commesso
per il cibo o le bevande,
le donne, i possedimenti, i vestiti,
o tormentato da diverse afflizioni.
Perciò, in questo modo,
con il corpo, la parola e la mente,
ho accumulato i tre tipi di azioni negative
e ora le confesso tutte.
Confesso allo stesso modo
ogni mancanza di rispetto
verso i Buddha, verso gli insegnamenti
e verso gli sravaka.
Confesso anche ogni
mancanza di rispetto
verso i pratyekabuddha
e verso i bodhisattva,
e rivelo altresì
ogni mancanza di rispetto
verso chi insegna il sacro Dharma
e verso il Dharma stesso.
Riconosco che,
a causa della mia ignoranza,
ho disprezzato continuamente il sacro Dharma
e sono stato irrispettoso verso i miei genitori.
Riconosco le oscurazioni dell’inettitudine, dell’immaturità,
dell’attaccamento, dell’odio, dell’ignoranza,
dell’orgoglio e dell’arroganza:
le confesso tutte.
Venero coloro che sono dotati dei dieci poteri
nei mondi delle dieci direzioni;
libererò dalle loro sofferenze
tutti gli esseri senzienti.
Possa io porre nel decimo terreno
gli innumerevoli esseri senzienti
e, dopo aver dimorato in esso,
possano tutti raggiungere lo stato del tathagata.
Mi prenderò cura per milioni di eoni
anche di un solo essere senziente,
fino a conseguire il potere di liberarli tutti
dall’oceano della sofferenza.
Questa Sacra Luce Dorata
che purifica tutte le azioni,
e mostra il profondo,
io la insegnerò agli esseri senzienti.
Chi avesse commesso errori oltremodo gravi
per mille eoni,
li purificherà tutti
confessandoli con sincerità una sola volta.
dopo aver velocemente esaurito
tutte le oscurazioni karmiche
con questa confessione,
per la virtù della Sacra Luce Dorata
possa io dimorare sui dieci terreni,
le dieci supreme fonti dei gioielli.
Possa io brillare delle qualità dei Buddha
e liberare dall’oceano dell’esistenza.
Possa io raggiungere l’onniscienza
per la corrente dell’oceano dei Buddha,
per il profondo oceano di qualità
e le infinite virtù di un Buddha.
Possa io ottenere centinaia di migliaia di samadhi,
forme inconcepibili,
i poteri e le forze, i rami dell’illuminazione
e i dieci sacri poteri.
Vi supplico, o Buddha!
Prendetemi sempre a cuore
e, con la vostra compassionevole mente,
vi chiedo di proteggermi dagli errori.
Per gli errori che ho commesso in passato
nel corso di centinaia di eoni,
soffro con una mente oppressa,
prostrata dalla miseria e afflitta dal dolore.
Temo le azioni negative,
la mia mente è sempre afflitta,
qualsiasi cosa io faccia, ovunque,
nulla mi rende felice.
Tutti voi, o Buddha, che siete compassionevoli
ed eliminate la paura dei migratori,
vi supplico, proteggetemi completamente dal male
e liberatemi dalla paura.
Possano i tathagata farmi abbandonare
l’impurità del mio karma, dovuto alle mie afflizioni;
supplico i Buddha di lavarmi
con l’acqua della compassione.
Confesso tutti i miei errori:
quelli commessi nel passato
e quelli commessi nel presente.
Li confesso tutti.
Prometto d’ora in poi di astenermi
da qualsiasi azione negativa
e di non occultare
alcun errore commesso.
Le tre azioni del corpo,
le quattro della parola
e le tre della mente,
le confesso tutte.
Le azioni che ho compiuto con il corpo,
la parola e la mente,
queste dieci azioni
le confesso tutte.
Abbandonerò le dieci azioni non virtuose
e praticherò le dieci virtù,
dimorerò nei dieci terreni
e conseguirò i dieci supremi poteri.
Le azioni negative che ho commesso
portano risultati indesiderabili:
al cospetto dei Buddha
le confesso tutte.
Quali che siano le azioni virtuose
[compiute] in questo Jambudvıpa
e quelle [compiute] in altri mondi,
per tutte queste io gioisco.
Grazie alla radice di virtù
di qualunque merito io abbia accumulato
con il corpo, la parola e la mente,
possa io giungere alla suprema illuminazione.
Di fronte a coloro che possiedono
i dieci ineguagliabili poteri
confesso ciascuno dei miei errori,
le gravissime azioni negative compiute
a causa di una mente immatura
e oppressa dal vagare nell’esistenza.
Confesso tutte le negatività che ho accumulato
a causa di varie attività miserevoli del corpo
per via di rinascite miserevoli, esistenze miserevoli,
mondi miserevoli e menti miserevoli e instabili,
e [anche quelle commesse] per immaturità o stupidità,
[quelle compiute] a causa della miserevolezza delle afflizioni,
del miserevole contatto con cattive compagnie,
di una miserevole esistenza e della miserevolezza dell’attaccamento,
[a causa] della miserevolezza dell’odio,
dell’ignoranza e della confusione,
della miserevolezza dell’epoca
e di una miserevole pratica di merito.
Al cospetto degli immacolati vittoriosi,
confesso tutte e ciascuna di queste negatività.
Rendo omaggio ai Buddha, che sono simili
a oceani di qualità splendenti come una montagna dorata
simile al monte Meru.
Mi rifugio in questi Buddha
e mi inchino con devozione a tutti loro.
Sei luce dorata, o Buddha, del colore dorato dell’oro puro;
i tuoi occhi sono simili al perfetto e puro lapislazzuli;
sei [simile al] sole,
origine di gloria, splendore e celebrità.
Con i raggi luminosi della tua compassione
tu dissipi l’oscurità delle tenebre.
Perfetta bellezza,
con le membra immacolate e somma bontà,
o Buddha, tu pervadi ogni cosa
queste dieci azioni
le confesso tutte.
Abbandonerò le dieci azioni non virtuose
e praticherò le dieci virtù,
dimorerò nei dieci terreni
e conseguirò i dieci supremi poteri.
Le azioni negative che ho commesso
portano risultati indesiderabili:
al cospetto dei Buddha
le confesso tutte.
Quali che siano le azioni virtuose
[compiute] in questo Jambudvıpa
e quelle [compiute] in altri mondi,
per tutte queste io gioisco.
Grazie alla radice di virtù
di qualunque merito io abbia accumulato
con il corpo, la parola e la mente,
possa io giungere alla suprema illuminazione.
Di fronte a coloro che possiedono
i dieci ineguagliabili poteri
confesso ciascuno dei miei errori,
le gravissime azioni negative compiute
a causa di una mente immatura
e oppressa dal vagare nell’esistenza.
Confesso tutte le negatività che ho accumulato
a causa di varie attività miserevoli del corpo
come i dorati e purissimi raggi solari.
O Saggio, al pari della luce della luna
rinfreschi gli esseri senzienti,
che sono consumati dal fuoco
delle dolorose fiamme delle afflizioni.
Il tuo corpo è adorno dei trentadue segni supremi,
le tue membra risplendono con i brillanti segni esemplari;
lo splendore e la gloria del tuo merito, come una luce, dissipa
le oscurità dei tre mondi; così sei Tu, simile al sole.
Immensa purezza, lapislazzuli di variegati colori,
rosse membra dal colore ramato dell’alba,
come l’argento e il cristallo,
riccamente ornato di molteplici qualità
che splendono come la luce,
o Grande Saggio, meraviglioso come il sole,
prosciuga con i copiosi raggi del sole del Tathagata
l’oceano di sofferenza, intensamente forte e di assoluta crudeltà,
di coloro che sono caduti nel fiume della miseria,
l’immenso fiume del samsara,
le cui turbinose correnti agitano
la sua piena di tristezza, dolore e morte.
Mi prostro ai tuoi piedi, o Buddha,
che risplendi con il corpo dorato, con membra dorate e fulgenti.
Tu sei fonte di saggezza, supremo nei tre mondi,
e il tuo corpo è adorno dei segni più belli.
Come l’acqua dell’oceano che è immensa,
come le particelle della terra che sono infinite,
come il numero delle pietre del monte Meru,
che è incalcolabile,
e come i confini dello spazio che sono illimitati,
così sono le infinite virtù del Buddha,
e non vi è nessuno tra gli esseri senzienti
capace di conoscerle,
né è possibile scorgere la loro fine
nemmeno pesandole e misurandole per molti eoni.
L’acqua [degli oceani potrebbe essere]
misurata con la punta di un capello;
pietre, montagne e oceani
potrebbero essere misurati in un certo numero di eoni,
ma è impossibile conoscere il limite delle virtù del Buddha.
Possano tutti gli esseri senzienti conseguire
le virtù del Buddha, la sua apparenza,
la sua voce melodiosa, la sua rinomanza,
gli ornamenti del suo corpo, emblemi della virtù,
ed essere adorni degli ottanta segni esemplari.
A causa di queste mie azioni virtuose nel mondo,
possa io divenire un Buddha senza dimora,
insegnare il Dharma per il beneficio dei migratori
e liberare gli esseri senzienti dalle loro innumerevoli sofferenze,
vincere i potenti e feroci demoni,
far girare la virtù della ruota del Dharma,
rimanere per inconcepibili eoni
e colmare di soddisfazione gli esseri con l’acqua del nettare.
Possa io, al pari dei vittoriosi del passato,
che le portarono a compimento,
completare le sei perfezioni insuperabili,
distruggere le afflizioni e disperdere la sofferenza;
possa io estinguere l’attaccamento, l’odio e l’ignoranza,
e ricordare sempre le mie nascite,
cento nascite, migliaia di milioni di nascite;
possa io essere sempre consapevole del Signore dei Saggi
e ascoltare estesamente la sua parola.
Per queste mie azioni virtuose,
possa io incontrare sempre i Buddha,
abbandonare del tutto le azioni negative
e mettere in pratica le qualità che sono origine della virtù.
Possa estinguersi la sofferenza
di tutti i mondi popolati da creature,
e possano gli esseri con organi o membra difettosi
ottenere immediatamente un corpo perfetto.
Possano tutti gli infermi, i deboli, i feriti
e gli indifesi delle dieci direzioni,
essere rapidamente liberi dalle malattie
e godere di buona salute, forza ed energia.
Possano i condannati a morte dal re, i banditi o i malfattori,
gli sfortunati, coloro che patiscono centinaia di sofferenze
e gli esseri caduti in disgrazia,
liberarsi di tutti questi assilli
e da centinaia di paure e sventure.
Possano gli esseri tormentati dalla schiavitù
e dai maltrattamenti,
quelli che abitano in luoghi di povertà,
quelli confusi da migliaia di afflizioni,
costantemente nella paura e afflitti da diverse pene,
essere tutti liberi dalle loro catene
e possano i maltrattati essere liberi dalle loro sfortune.
Possa chi è in pericolo di morte avere salva la vita,
possano gli sfortunati liberarsi dai loro timori
e gli esseri tormentati dalla fame e dalla sete
trovare abbondanza di cibo e bevande.
Possano i ciechi vedere le svariate forme
e i sordi ascoltare suoni gradevoli.
Possano gli ignudi ottenere vestiti in abbondanza
e i poveri trovare tesori.
Possedendo grandi varietà di ricchezze, grano e gioielli,
possano tutti gli esseri ottenere la pace e la felicità.
Possa nessuno soffrire l’esperienza del dolore;
possano tutti gli esseri avere un aspetto attraente,
un corpo bello ed essere fortunati;
possano godere appieno e sempre di ogni benessere.
Possano diventare realtà, al solo pensiero,
cibo, bevande, ricchezze e merito.
Possano tamburi, cimbali, violini e chitarre,
sorgenti, stagni, piscine e laghi
con loti d’oro e loti utpala,
cibo, bevande, vestiti, gioielli e ricchezze,
ornamenti d’oro, pietre preziose e lapislazzuli,
al solo pensarli, diventare realtà.
Che in nessuna parte del mondo si oda la parola ‘sofferenza’,
che non si veda nemmeno un essere in condizioni sfavorevoli.
Possano tutti, con una splendida apparenza
ed eccellenti condizioni, essere radianti di luce.
Possa qualsiasi oggetto eccellente
esistente nel mondo degli esseri umani
apparire al solo desiderarlo,
e tutti i pensieri, nello stesso istante in cui sorgono,
diventare realtà come frutto del merito.
Possano incenso, ghirlande, unguenti,
vestiti, belletti e svariati fiori
crescere da magici alberi nei tre tempi,
e possano gli esseri prenderli e goderne.
Possano tutti gli incalcolabili tathagata,
che hanno la mente della suprema illuminazione,
gli sravaka e il puro Dharma, immacolato e stabile,
essere venerati nelle dieci direzioni.
Possa io abbandonare tutte le migrazioni inferiori,
trascendere le otto mancanze di libertà,
ottenere la suprema di tutte le libertà
e godere sempre della compagnia dei Buddha.
Possa io nascere sempre in lignaggi elevati,
godere di ricchezze e tesori di gioielli,
ed essere adorno per molti eoni
di compagnia, fama, corpo e costituzione eccellenti.
Possano tutte le donne nascere sempre come uomini,
dotate di coraggio, audacia, destrezza e chiarezza.
Possano agire sempre con lo scopo di raggiungere
l’illuminazione praticando le sei perfezioni.
Possa io vedere nelle dieci direzioni, sotto un albero ingioiellato,
un Buddha maestosamente seduto
sopra un trono di lapislazzuli adorno di gioielli,
e possa altresì ascoltarlo mentre insegna il Dharma.
Possa tutto ciò che ho creato con le mie azioni negative,
l’oppressione dell’esistenza creata nel passato
e qualsiasi risultato spiacevole dovuto ai miei errori,
estinguersi senza eccezione.
Possano gli esseri incatenati all’esistenza,
intrappolati dal laccio del samsara,
essere liberati dai loro vincoli attraverso la saggezza
ed essere velocemente liberi dalle loro sofferenze.
Mi rallegro per tutti gli esseri
che in questo mondo di Jambudvıpa
e in altre sfere di mondi
portano a termine la profonda pratica di numerose virtù.
Possa il merito ottenuto gioendo
delle [buone] azioni compiute con il corpo, la parola e la mente,
dare come risultato la realizzazione dei miei desideri
e possa io ottenere la pura e insuperabile illuminazione.
Chiunque reciterà costantemente,
con fede e mente pura,
queste parole di gioia, elogio e venerazione,
si libererà dalle cattive migrazioni per sessanta eoni,
e chiunque lodi i vittoriosi a mani giunte
attraverso la declamazione di questi versi,
ricorderà le sue rinascite di tutte le esistenze,
sia egli nato come uomo, donna, bramino o di stirpe reale.
Il re degli uomini che venererà continuamente
chi è dotato di un corpo adorno di tutti i segni
e infinite virtù e merito,
diverrà come lui e otterrà questi stessi segni e virtù.
Coloro alle cui orecchie giungerà questa confessione,
grazie a ciò genereranno una virtù
che non sarà quella di onorare un Buddha,
né due, né quattro, né cinque, né dieci;
la virtù creata sarà grandemente superiore
a quella di onorare mille Buddha.
Questo è il quarto capitolo della Sacra Luce Dorata, il Re della
Raccolta di Sutra, chiamato ‘La confessione’.

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