venerdì 2 luglio 2010

La vera entità della vita


Domanda: Nel capitolo Hoben del primo volume del Sutra del Loto si legge: «La realtà di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo fra Budda. In ogni fenomeno, tale è l’aspetto, tale la natura… tale è la coerenza dall’inizio alla fine». Cosa significa questo brano?

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Risposta: Esso significa che le entità degli esseri viventi e dei loro ambienti in ciascuno dei dieci mondi, dall’Inferno il più basso alla Buddità il più elevato, sono tutte, senza eccezioni, manifestazioni di Myoho-renge-kyo. Se esiste un ambiente, deve esserci necessariamente un essere vivente. Miao-lo afferma: «Sia l’essere vivente (shoho) che il suo ambiente (eho) manifestano sempre Myoho-renge-kyo». Afferma inoltre: «La vera entità è invariabilmente rivelata in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni possiedono invariabilmente i dieci fattori. I dieci fattori agiscono invariabilmente nei dieci mondi e i dieci mondi racchiudono invariabilmente “corpo e terra”». E più oltre: «Sia l’essere che l’ambiente dell’Inferno esistono nel cuore del Budda. Il “corpo e la terra” del Budda Vairochana non trascendono l’ichinen dei comuni mortali». Spiegazioni così precise non lasciano spazio a dubbi. Quindi, l’aspetto di tutta la vita dell’universo non è altro che i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Anche i due Budda, Shakyamuni e Taho, quando ci concessero il beneficio dei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, apparvero con l’aspetto dei due Budda che, seduti nella Torre Preziosa, si scambiarono un segno di reciproco assenso.



Nessuno tranne Nichiren ha mai rivelato questo insegnamento. T’ien-t’ai, Miao-lo e Dengyo lo conoscevano nel loro cuore, ma non lo espressero a parole e lo custodirono dentro di sé. C’erano dei motivi per questo: perché essi non erano stati designati (a propagarlo), perché il tempo non era ancora giunto e perché essi non erano i discepoli del Budda del remoto passato. Nessuno tranne Jogyo, Muhengyo e le altre guide dei bodhisattva emersi dalla terra, può apparire nei primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno per propagare i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, e non può nemmeno rappresentare concretamente la cerimonia dei due Budda seduti nella Torre Preziosa. Il motivo di ciò è che questa è la dottrina della “realtà di ichinen sanzen” contenuta nel profondo del capitolo Juryo.
Pertanto, anche i due Budda Shakyamuni e Taho non sono che funzioni del vero Budda, mentre Myoho-renge-kyo è il vero Budda. Il sutra spiega ciò come «il segreto e il mistico potere del Tathagata»6. “Il segreto” è l’entità dei tre corpi7, è il vero Budda; “il mistico potere” è la funzione dei tre corpi, è il Budda transitorio. Il comune mortale è l’entità dei tre corpi, è il vero Budda; il Budda è la funzione dei tre corpi, è un Budda transitorio. Si ritiene che Shakyamuni fosse dotato delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore per la salvezza di noi comuni mortali, ma al contrario è il comune mortale che ha dotato il Budda delle tre virtù.
T’ien-t’ai così spiega chi è il Tathagata: «Nyorai è il titolo dei Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze, dei due Budda8, dei tre Budda9 e di tutti i Budda, veri e transitori»10. Qui il “vero Budda” è il comune mortale, mentre “Budda transitorio” sta a indicare il Budda. Tuttavia c’è una differenza tra un Budda e un comune mortale, in quanto un comune mortale è illuso mentre un Budda è illuminato. Il comune mortale non sa di possedere sia l’entità che la funzione dei tre corpi del Budda.
“Tutti i fenomeni” nel sutra si riferisce ai dieci mondi, e rappresenta quindi la “realtà”. Realtà è un’altra espressione per Myoho-renge-kyo e tutti i fenomeni manifestano Myoho-renge-kyo. L’Inferno ha un aspetto infernale: questa è la realtà dell’Inferno. Quando è sostituito dall’Avidità, la realtà dell’Inferno non esiste più. La Buddità mostra l’aspetto del Budda e l’Umanità quello dell’uomo. Shoho jisso quindi vuol dire che tutti i fenomeni sono di per sé manifestazioni di Myoho-renge-kyo. Questo è il significato della frase “tutti i fenomeni rivelano la realtà”.
T’ien-t’ai afferma: «Il profondo principio della realtà è la Legge originale di Myoho-renge-kyo». In questa frase, la parola “realtà” indica l’insegnamento di shakumon e “Legge originale di Myoho-renge-kyo” indica l’insegnamento di honmon. Medita profondamente su queste parole di T’ien-t’ai.
Benché indegno di questo onore, Nichiren fu il primo a diffondere la Legge mistica che il bodhisattva Jogyo doveva propagare nell’Ultimo giorno della Legge, e per primo ha rappresentato concretamente il Budda Shakyamuni, Budda del remoto passato del capitolo Juryo, il Budda Taho che apparve quando fu predicato il capitolo Hoto e i Bodhisattva della Terra che emersero nel capitolo Yujutsu. Per quanto la gente possa odiare Nichiren, niente può influenzare la sua convinzione interiore. Di conseguenza, l’aver esiliato una persona come Nichiren in quest’isola lontana è una colpa che non potrà mai venire espiata, neanche col passare di innumerevoli eoni. Nel capitolo Hiyu si legge: «Per spiegare completamente la loro colpa non sarebbe sufficiente un intero eone». D’altra parte, neanche la saggezza del Budda è sufficiente a calcolare i meriti che si acquistano facendo offerte a Nichiren e diventando suoi discepoli. Il capitolo Yakuo afferma: «Neppure con la saggezza del Budda si può calcolare la grandezza dei meriti».
Nichiren è il solo che abbia iniziato a realizzare la missione dei Bodhisattva della Terra. Potrebbe addirittura essere uno di loro. E se Nichiren è un Bodhisattva della Terra, non lo sono anche i suoi discepoli e seguaci? Il capitolo Hosshi afferma: «Se qualcuno insegna segretamente a una persona il Sutra del Loto, anche una sola frase, si sappia che in verità egli è l’inviato del Budda, mandato per realizzare l’opera del Budda». A chi altri possono riferirsi queste parole?
Quando uno è lodato dagli altri, sente sorgere in sé la volontà di riuscire a qualunque costo. Tale è il coraggio che deriva dalle parole di lode. Il devoto che nasce nell’Ultimo giorno della Legge e propaga il Sutra del Loto, incontrerà i tre potenti nemici, sarà esiliato e persino condannato a morte. Ma il Budda Shakyamuni avvolgerà nella sua veste di compassione colui che, nonostante tutto, persevererà nella propagazione. Tutti gli dèi gli faranno offerte, lo sosterranno con le spalle e lo porteranno sul dorso. Sarà una persona di grande virtù, sarà la guida di tutta l’umanità. Così lodato dal Budda Shakyamuni, dal Budda Taho e da tutti gli altri Budda e bodhisattva, dalle sette generazioni di dèi celesti e dalle cinque generazioni di dèi terreni12, da Kishimojin e dalle sue dieci figlie, dai quattro Re celesti, da Bonten, da Taishaku, dal re Emma, dalle divinità delle acque, dei venti, dei mari e delle montagne, dal Budda Dainichi, dai bodhisattva Fugen e Monju e dagli dèi del Sole e della Luna, Nichiren ha potuto sopportare innumerevoli persecuzioni. Quando siamo lodati, non consideriamo il nostro rischio personale, quando al contrario siamo criticati, possiamo incautamente causare la nostra rovina. Così son fatti gli uomini!
Qualunque cosa accada, mantieni sempre la tua fede come devoto del Sutra del Loto e come discepolo di Nichiren. Se hai la stessa mente di Nichiren, devi essere un Bodhisattva della Terra, e se sei un Bodhisattva della Terra, senza dubbio sei stato un discepolo del Budda dal più remoto passato. Il capitolo Yujutsu afferma: «Io li ho istruiti sin dal più remoto passato». Non possono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne: se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku. Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. Questo accadrà anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla terra”? Infine al tempo di kosen-rufu l’intera nazione giapponese reciterà Nam-myoho-renge-kyo, questo è certo come una freccia che, puntata verso terra, colpirà sicuramente il suo bersaglio. Ma adesso devi farti una reputazione come devoto del Sutra del Loto e dedicarti ad esso. Il Budda Shakyamuni e il Budda Taho, seduti nella Torre Preziosa sospesa nell’aria, circondati da tutti gli altri Budda e bodhisattva, si scambiarono un cenno d’assenso: la loro decisione riguardava unicamente la perpetuazione della Legge nell’Ultimo giorno. Quando il Budda Taho ebbe offerto al Budda Shakyamuni un posto al suo fianco, e fu innalzato il vessillo di Myoho-renge-kyo, i due capi dell’assemblea presero la loro decisione. Ci può forse essere qualcosa di falso? Essi convennero di permettere a tutti noi, persone ordinarie, di ottenere la Buddità.
Sebbene io non sia stato presente alla cerimonia, guardando il sutra, questo mi è chiaro come il cristallo. D’altra parte, potrei anche essere stato alla cerimonia, ma dato che sono un comune mortale, è al di là del mio potere conoscere il passato. Nel presente, è evidente che io sono il devoto del Sutra del Loto, inoltre nel futuro raggiungerò sicuramente il seggio dell’Illuminazione. Giudicando il passato da questo punto di vista, io devo essere stato alla Cerimonia nell’aria. Non ci può essere discontinuità tra passato, presente e futuro.
Poiché io vedo le cose in questo modo, provo una gioia senza limiti anche se adesso sono in esilio. Si piange sia per la gioia che per il dolore. Le lacrime sono comuni al bene e al male. I mille arhat versarono lacrime ricordando il Budda e piangendo il bodhisattva Monju pronunciò Myoho-renge-kyo. Fra quei mille arhat, il venerabile Ananda replicò in lacrime: «Così io ho udito» e gli altri novecentonovanta diluirono l’inchiostro con le loro lacrime e scrissero «Myoho-renge-kyo» seguito da «Così io ho udito». Anche io, Nichiren, piango come loro: sono adesso in esilio per aver diffuso i cinque o sette caratteri di Myoho-renge-kyo, perché anch’io “così ho udito” i Budda Shakyamuni e Taho quando lasciarono Myoho-renge-kyo per il bene futuro di tutta la popolazione del Giappone. Piango quando penso alla grande persecuzione in questa esistenza, e non posso trattenere lacrime di gioia quando penso all’Illuminazione nel futuro. Gli uccelli e gli insetti gridano, ma non spargono lacrime. Io, Nichiren, non grido, ma le mie lacrime fluiscono ininterrotte. Non verso lacrime per cose mondane, ma unicamente per il Sutra del Loto. Si possono giustamente chiamare lacrime di amrita13. Nel Sutra del Nirvana si legge: «Tutte le lacrime che un uomo versa nelle sue innumerevoli esistenze per la morte dei suoi genitori, fratelli, sorelle, mogli, figli e seguaci, superano l’acqua di tutti i mari, ma non versa una sola lacrima per il Buddismo». Si diviene devoti del Sutra del Loto in virtù della relazione karmica formata nel passato. La relazione karmica determina quali, fra tanti alberi uguali, vengono scelti per farne immagini del Budda. E sempre a causa della relazione karmica alcuni Budda nascono come Budda transitori.
In questa lettera ho scritto il mio più importante insegnamento. Leggila attentamente, comprendine il significato e tienilo a mente. Credi nel Gohonzon, il supremo oggetto di culto del mondo. Rafforza costantemente la tua fede e ricevi la protezione di Shakyamuni, di Taho e dei tre Budda. Esercitati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio devono sorgere dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o una sola parola. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.

Con profondo rispetto,
Nichiren
17 maggio

1 commento:

  1. Pensa che l'ho letto proprio ieri sera!
    E infatti volevo pubblicarlo sul mio blog...

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