venerdì 4 giugno 2010

Sutra del Loto. Capitolo 7 - La parabola della città fantasma



Il Buddha Mabhina –jnamabibu (Grande Saggezza Universale)
.
Il Buddha fece questo annuncio ai monaci: “Una volta, in passato, un incommensurabile, illimitato, inconcepibile numero di Kalpa or sono, visse un Buddha chiamato Tathagata Mabhina –jnamabibu, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato e conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore delle gente, maestro degli esseri celesti e umani. La sua terra si chiamava Ben Costituita, e il suo Kalpa aveva nome Grande Forma.



Ora, o monaci, dall’estinzione di quel Buddha è trascorso un tempo molto esteso, molto lungo. Supponete, per esempio, che qualcuno prenda tutti i pezzi di terra di migliaia di milioni di mondi e li frantumi riducendoli a polvere di inchiostro; e che, dopo aver attraversato mille mondi a oriente, lasci cadere una particella di polvere di inchiostro non più grande di un granello di polvere. E che lasci cadere un altro granello di polvere quando ha attraversato mille altri mondi. Immaginate che egli proceda così finché non abbia terminato di gettare tutti i granelli di inchiostro ottenuti dalla terra. Non sarebbe possibile determinare il numero di mondi attraversati. Ora immaginate di ridurre in polvere tutti questi mondi e ogni granello di polvere rappresenti un Kalpa. I Kalpa trascorsi da quando quel Buddha si è estinto sarebbero comunque superiori al numero delle particelle di polvere.
Poiché io mi avvalgo dei poteri del Tathagata per vedere e conoscere, quando osservo quel tempo remoto mi appare come se fosse oggi.
Il Buddha Mabhina –jnamabibu ha una durata di vita pari a 540 mila milioni di nayuta di Kalpa. Questo Buddha inizialmente si sedette nel luogo dell’illuminazione e dopo aver sbaragliato le armate del demone era sul punto di conseguire l’illuminazione suprema e definitiva, ma le dottrine dei Buddha non gli si erano ancora manifestate. Questa situazione si protrasse per un piccolo Kalpa e ancora per dieci piccoli Kalpa.
A quel tempo, gli dei del cielo avevano già approntato per il Buddha, sotto un albero di Bodhi, un trono di leone che misurava un voyana di altezza, desiderando che il Buddha sedesse lì una volta che avesse ottenuto l’illuminazione. Nello stesso momento in cui il Buddha vi si assise, i re Bhrama fecero piovere una moltitudine di fiori celesti che coprirono il terreno circostante per cento voyana. Di tanto in tanto spirava un vento soave che portava via i fiori appassiti al posto dei quali ne cadevano di nuovi. Tutto questo proseguì senza interruzioni, come un’offerta al Buddha, per dieci piccoli Kalpa. I fiori continuarono a cadere fino al momento in cui egli si estinse. I quattro re celesti, come loro offerta, percossero i tamburi celesti, mentre gli altri esseri celesti suonarono i loro strumenti, tutto questo per dieci piccoli Kalpa.
Ora o Monaci, questo Buddha prima del risveglio aveva lasciato sedici figli il primo dei quali si chiamava Jinankara, Accumulo di saggezza. Ognuno di questi possedeva diversi oggetti rari e giocattoli di vario tipo e si divertivano sempre moltissimo; ma quando seppero che il padre aveva raggiunto l’illuminazione abbandonarono i giochi e si recarono nel luogo dove si trovava il Buddha. Le loro madri li seguirono in lacrime.
Il loro nonno, un re saggio che faceva girare la ruota, li accompagnò contornato da ministri e sudditi e servi. Desiderio di tutti era avvicinarsi al Tathagata Grande Saggezza Universale e tributargli onori e rispetto. Una volta giunti si inchinarono ai suoi piedi, fino a toccare il terreno con la testa. Dopo aver girato attorno al Buddha, giunsero le mani devotamente, alzarono lo sguardo con reverenza verso l’Onorato del mondo e recitarono questi versi di lode.

L’Onorato del mondo dotato di grande autorità e virtù per salvare gli esseri viventi ha impiegato innumerevoli milioni di anni ed è infine riuscito a divenire un Buddha. Hai compiuto un’impresa difficile rimanendo seduto per tutto il tempo, immobile in quella posizione, con la mente calma, senza distrarti. Tutti i tuoi voti sono esauditi ora. Non vi è fortuna maggiore! È veramente cosa rara incontrare il Buddha. Dieci piccoli Kalpa sono passati da quando si è seduto al suo posto. Ora, osservando l’Onorato del mondo in tranquillità che ha ricevuto benefici eccelsi con grande gioia lo lodiamo e ci rallegriamo con lui. Gli esseri viventi affrontano di continuo sofferenze e dolori sono ottenebrati, privi di maestro e guida, non sanno che vi è una via per porre fine alle loro sofferenze. Non sanno come cercare l’emancipazione. Per tutta la lunga notte seguono sempre più i cattivi sentieri mentre diminuisce il numero di esseri celesti e umani.
Otteniamo adesso il sommo beneficio.
Per questa ragione chiniamo la testa e prendiamo rifugio in te, o Protettore.” A quel tempo i sedici principi dopo aver lodato il Buddha con questi versi invitarono l’Onorato dal mondo a mettere in moto la ruota della legge e dissero: “Onorato dal mondo, esponi la legge. Così facendo arrecherai tranquillità, benessere e benefici a una grande quantità di dei e uomini. Se noi diventeremo Buddha lo stesso varrà per tutti gli esseri viventi”.
Ai sedici principi si unirono i re Bhrama, e un grande re bhrama chiamato Shikkin. I loro palazzi si illuminarono di una luce mai vista, ed essi fecero offerte al Buddha, implorandolo di esporre la legge.
.
La ruota della legge. L’origine del dolore.
Allora il Tathagata Grande Saggezza universale mise in moto per tre volte la ruota a dodici raggi della legge e disse:

“Ecco il dolore, ecco l’origine del dolore, ecco l’annientamento del dolore, ecco il sentiero che conduce all’annientamento del dolore.”

Quindi espose dettagliatamente le 4 nobili verità e la legge della catena di causalità dai dodici anelli:
“Le quattro nobili verità consistono in questo. C’è la sofferenza, c’è l’origine della sofferenza, c’è la soppressione della sofferenza, c’è un cammino che conduce alla soppressione della sofferenza.”
Poi spiegò l’evoluzione della genesi interdipendente, o legge della catena di causalità dei dodici anelli:
“L’ignoranza causa l’azione.
L’azione causa la coscienza.
La coscienza causa l’azione e la forma.
Il nome e la forma causano i sei organi di senso.
I sei sensi causano il contatto.
Il contatto causa la sensazione.
La sensazione causa il desiderio.
Il desiderio causa l’attaccamento.
L’attaccamento causa l’esistenza.
L’esistenza causa la nascita.
La nascita causa l’invecchiamento e la morte, la preoccupazione, il dolore, la sofferenza e l’angoscia.
Se viene rimossa l’ignoranza, l’azione sarà rimossa. Se viene rimossa la coscienza, il nome e la forma saranno rimossi. Se vengono rimossi il nome e la forma, i sei organi di senso saranno rimossi. Se vengono rimossi i sei organi di senso, il contatto sarà rimosso. Se viene rimosso il contatto la sensazione sarà rimossa. Se viene rimossa la sensazione il desiderio sarà rimosso. Se viene rimosso il desiderio, l’attaccamento sarà rimosso. Se viene rimosso l’attaccamento l’esistenza sarà rimossa. Se viene rimossa l’esistenza la nascita sarà rimossa. Se viene rimossa la nascita, l’invecchiamento e la morte, la preoccupazione e il dolore, la sofferenza e l’angoscia saranno rimossi.”

Allorché il Buddha ebbe esposto questa legge, miliardi di persone poiché avevano sciolto il legame con il mondo dei fenomeni, e poiché la loro mente si era liberata dalle illusioni, conseguirono tutti la pratica della meditazione profonda e meravigliosa, la tre comprensioni, i sei poteri sovrannaturali e le otto emancipazioni.
Allorché ebbe esposto la seconda, la terza e la quarta legge, esseri viventi, pari a diecimila miliardi di Nayuta di sabbie del Gange, riuscirono a liberare la mente dalle illusioni. Da quel momento la moltitudine di ascoltatori della voce divenne immensa, illimitata, impossibile da contare.
A quel tempo tutti i sedici principi, che erano ancora giovani, lasciarono le loro famiglie e divennero shramanera. Allora si rivolsero al Buddha e gli chiesero di predicare la legge dell’illuminazione suprema e definitiva.
Allora gli ottantamila milioni di persone presenti nell’assemblea, guidati dal saggio re che fa girare la ruota, vedendo che i sedici principi avevano lasciato le famiglie per intraprendere la vita religiosa, desiderarono seguirne l’esempio. Il saggio re diede loro il permesso di farlo.
Allora il Buddha rispondendo alle richieste degli shramanera fece trascorrere ventimila Kalpa e infine predicò il sutra del Grande Veicolo intitolato Loto della Legge Meravigliosa, una legge per istruire i Bodhisattva, custodita nel cuore del Buddha.
Dopo che ebbe predicato il sutra, i sedici shramanera lo accettarono credendo in esso, lo intonarono, lo declamarono, lo penetrarono e lo compresero perfettamente.
Anche molti ascoltatori della voce lo accettarono e credettero in esso, ma molti furono colti da dubbi e perplessità.
Il Buddha predicò questo sutra per un periodo di ottantamila Kalpa, senza un momento di riposo. Dopo aver predicato questo sutra, entrò in una sala tranquilla e rimase assorto in meditazione per un periodo di 84.000 Kalpa.
Allora i sedici Bodhisattva shramanera, sapendo che il Buddha si era ritirato in una sala immerso in tranquilla meditazione salirono ognuno su un seggio del dharma e esposero la legge per 84.000 Kalpa, esponendo anche le distinzioni descritte nel Sutra del Loto della legge meravigliosa.
Il Buddha Mabhina –jnamabibu destatosi dalla samadhi, si avvicinò al seggio del dharma. Sedendosi serenamente si rivolse a tutta l’assemblea dicendo: “Questi sedici Bodhisattva sono shramanera con virtù e caratteristiche che è raro incontrare. Tutti voi dovete creare forti legami con loro e fare loro delle offerte. Perché?
Perché se anche uno di voi, ascoltatori della voce, pratyekabuddha o Bodhisattva, avrà fede nel Sutra del Loto insegnato da questi sedici Bodhisattva, lo accetterà e lo abbraccerà senza mai disprezzarlo, allora riuscirà a conseguire l’ anuttara-samyak-sambodhy, la saggezza del Tathagata.”
Rivolgendosi ai monaci disse: “Questi sedici Bodhisattva hanno sempre desiderato predicare questo sutra. Gli esseri viventi convertititi da ciascuno di essi sono numerosi, ed esistenza dopo esistenza questi esseri viventi sono rinati insieme a quel Bodhisattva, lo hanno ascoltato esporre la legge, hanno avuto fede in essa e l’hanno compresa. Per questa ragione hanno potuto incontrare milioni di altri Buddha e non hanno mai smesso di farlo fino all’epoca presente.
O monaci, adesso vi dirò questo. Questi discepoli del buddha, questi sedici shramanera, ora hanno conseguito tutti l’anuttara-samyak-sambodhy. In questo momento stanno predicando la legge nella terra delle dieci direzioni con un seguito di milioni di ascoltatori della voce.
Due di questi shramanera sono divenuti Buddha nella regione orientale: uno si chiama Akshobhya e vive nella Terra della Gioia, l’altro si chiama Picco Sumeru.
Due sono i Buddha nella regione sud orientale. Uno si chiama Voce Leonina, l’altro Aspetto Leonino.
Due sono i Buddha nella regione meridionale: uno si chiama Dimora nel vuoto, l’altro Eterna estinzione.
Due sono i Buddha della sud occidentale: uno si chiama Aspetto imperiale, l’altro Aspetto di Brahma.
Due sono i Buddha della regione occidentale: uno si chiama Amitabba, l’altro Colui che salva tutti dalle sofferenze del mondo.
Due sono i Buddha della regione Nord Occidentale. Uno si chiama Potere sovrannaturale, Fragranza di Sandalo Tamalapatra, l’altro Aspetto di Sumeru. Due sono i Buddha della regione settentrionale: uno si chiama Nube di Libertà, l’altro Re Nube di Libertà. Dei due Buddha della regione nord orientale il primo si chiama Colui che annienta tutte le paure del mondo. Il sedicesimo sono io, il Buddha Shakyamuni, che in questa terra di saha ho conseguito l’anuttara-samyak-sambodhy.
Monaci, voi siete stati convertiti nelle vostre vite passate e lo sarete anche nelle epoche future.
Dopo la mia estinzione ci saranno altri discepoli che non udranno questo sutra e non lo comprenderanno, né saranno a conoscenza delle pratiche dei Bodhisattva. Ma essi grazie ai meriti che saranno stati capaci di accumulare, concepiranno un’idea dell’estinzione e accederanno a ciò che crederanno essere il Nirvana. A quel tempo io sarò Buddha in un'altra dimensione e sarò conosciuto con un nome diverso. Quei discepoli, benché si siano formati solo un’idea dell’estinzione e del Nirvana cercheranno la saggezza del Buddha in quell’altra terra e riusciranno a udire questo sutra. Infatti solo grazie al Veicolo del Buddha è possibile conseguire l’estinzione. Non c’è nessun altro Veicolo eccettuate le dottrine che il Tathagata predica come espediente.” (simile ai versi, ma forse si può rifare).
.
La parabola della città fantasma
.
Supponiamo che, in un luogo deserto e selvaggio, veramente spaventoso, vi sia una strada lunga 500 vojana, ardua e pericolosa. E supponiamo che vi sia un numeroso gruppo di persone che voglia percorrere questa strada per raggiungere l’Isola dei gioielli, un luogo in cui sono custoditi preziosi tesori. Essi hanno una guida, dotata di vasta saggezza e acuta comprensione che è perfettamente a suo agio su questa strada ripida, conosce la disposizione dei passaggi e delle strettoie ed è preparata a condurre il gruppo di persone e ad accompagnarle lungo questo irto cammino.
Il gruppo che egli guida, dopo aver percorso un certo tratto di strada, comincia a scoraggiarsi dicendo:
“ Siamo completamente esausti e spaventati. La foresta è troppo lunga e non ce la faremo mai a oltrepassarla. Preferiamo tornare indietro.”
La guida, un uomo di molte risorse, pensa tra sé:
“Che peccato che rinuncino ai molti rari tesori che stanno cercando e ora desiderino tornare indietro”.
Dopo aver così riflettuto ricorre al potere degli espedienti e, quando avevano già percorso trecento voyana lungo la difficile via, fa apparire per incanto una città cinta di mura e ne adornò i palazzi circondandoli di giardini e boschetti, ruscelli di acqua corrente, stagni e laghetti con doppi cancelli, alte torri e padiglioni popolati di uomini e donne. Egli dice al gruppo:
“Non abbiate paura, non dovete tornare indietro perché ora c’è una grande città ove potrete fermarvi e riposare e fare ciò che vi piace. Se entrerete in questa città vi troverete a vostro agio e vi sentirete tranquilli. Più tardi, se ve la sentirete di proseguire fino al luogo dei tesori, potrete lasciare la città.”
Allora i membri del gruppo, completamente sfiniti, provano un immensa gioia e apprezzando la fortuna inaspettata esclamano:
“Finalmente possiamo allontanarci da questa strada terribile e trovare un po’ di quiete e serenità. Qui abbiamo trovato il Nirvana e qui vi rimarremo.”
Le persone del gruppo allora si affrettano e entrano in città dove, essendo al sicuro dalle difficoltà, si sentono a loro agio.
Una volta che le persone si furono riposate la guida fece sparire la città fantasma e disse al gruppo:
“Ora dovete ripartire. La terra dei tesori non è lontana. La grande città di poco fa altro non era che un miraggio che ho evocato per farvi riposare. Non era altro che una città fantasma. Ho capito che eravate allo stremo delle forze e volevate interrompere il viaggio a metà strada, allora mi sono avvalso del potere degli espedienti per far apparire temporaneamente questa città. Adesso però dovete andare avanti diligentemente e raggiungere tutti insieme il luogo ove si trova il tesoro.”
Monaci, il Tathagata è in una situazione simile. Adesso si sta comportando con voi come quella guida. Egli sa che la brutta strada della nascita, della morte e dei desideri terrena è ripida, erta, difficile, lunga, smisurata, ma deve essere percorsa e superata. Se gli esseri viventi udissero soltanto dell’unico Veicolo del Buddha, non desidererebbero vedere il Buddha, né vorrebbero avvicinarlo; invece penserebbero dentro di loro:
“La via del Buddha è lunga, smisurata, occorre sforzarsi con diligenza e affrontare difficoltà per lungo tempo prima di poter conseguire il successo.”
Il buddha sa che le menti degli uomini sono deboli e così avvalendosi del potere degli espedienti, predica due nirvana per offrire un luogo di riposo lungo il cammino. Ma se gli esseri viventi indugiano in questi due stadi allora il Tathagata dice loro:
“Non avete ancora idea di ciò che deve essere fatto. Lo stadio in cui avete scelto di rimanere è vicino alla saggezza del Buddha, ma dovete ponderare e riflettere oltre. Questo nirvana che avete conseguito non è quello vero. Semplicemente, il Tathagata, usando il potere degli espedienti, predica il Veicolo del Buddha operando delle distinzioni come se fossero tre.”
Il Buddha è come quella guida che, per offrire un luogo di riposo, fa apparire d’incanto una grande città e, quando percepisce che i viaggiatori si sono riposati, dice loro:
“Il luogo dove si trovano i tesori è molto vicino. Questa città non è reale, è solo un miraggio che è stato evocato d’incanto.”

Nessun commento:

Posta un commento

-- --
-- --
-- --