martedì 22 giugno 2010

Lettera a Nike


Lettera a Niike
Come siamo fortunati noi che siamo nati nell’Ultimo giorno della Legge al tempo di kosen-rufu! Che pena mi fanno quelli che, pur essendo nati in questo periodo, non possono credere nel Sutra del Loto!



Nessuno può sfuggire all’impermanenza una volta nato come essere umano, quindi perché non praticare per la vita futura? Osservando attentamente ciò che accade, vedo che tutti, sebbene a parole professino fede nel Sutra del Loto e ne abbraccino i rotoli, agiscono contro lo spirito del sutra e perciò non possono evitare i cattivi sentieri. Per fare un esempio, noi abbiamo cinque organi principali1: se uno di questi si danneggia, provoca una malattia che danneggia tutti gli altri e alla fine muoriamo. Il Gran Maestro Dengyo affermò: «Pur lodando il Sutra del Loto, ne distrugge lo spirito». Voleva dire che, anche chi abbraccia, legge e loda il Sutra del Loto, se ne tradisce lo spirito, uccide Shakyamuni e tutti i Budda dell’universo.
La somma dei nostri errori terreni e del nostro cattivo karma può essere grande come il monte Sumeru ma, una volta che prendiamo fede in questo sutra, tutte le colpe svaniranno come brina e rugiada al sole del Sutra del Loto. Tuttavia, se commettiamo una o due delle quattordici offese a questo sutra, sarà quasi impossibile espiare la colpa. Uccidere un solo Budda è una colpa più grave che uccidere tutte le creature dell’universo e tradire lo spirito del sutra equivale a uccidere tutti i Budda delle dieci direzioni. Chi infrange queste regole è un calunniatore della Legge.
L’Inferno è una terribile dimora di fuoco, l’Avidità è la miserabile condizione di chi morendo di fame divora i propri figli. La Collera è conflitto e l’Animalità è ferirsi o uccidersi l’un l’altro. L’Inferno del loto rosso (guren jigoku) è così chiamato perché il suo freddo intenso costringe a piegarsi in due finché la schiena si spezza e la carne sanguinante emerge come un fiore di loto color cremisi. Ancora peggiore è il Grande inferno del loto rosso. Se si cade in tali luoghi terribili, un trono o un titolo di generale non valgono nulla: tormentati dai guardiani dell’inferno non si è diversi da una scimmia ammaestrata che deve obbedire al suo padrone. In tale condizione, potranno ancora aver senso la fama e la fortuna, l’arroganza e l’ostinazione?
Fermati e rifletti! Chi fa offerte, anche una sola volta, con straordinaria sincerità al prete che conosce il Sutra del Loto, non si perderà nei cattivi sentieri; i meriti di dieci, venti offerte, di cinque, dieci anni o di un’intera vita di offerte sono incalcolabili anche per la saggezza di un Budda. Il Budda ha insegnato che il merito di una sola offerta al devoto di questo sutra è centomila miliardi di volte superiore al merito di offrire innumerevoli tesori a Shakyamuni per otto miliardi di eoni. Abbracciando questo sutra, traboccherai di felicità e verserai lacrime di gioia. Sembra impossibile ripagare il debito di gratitudine verso Shakyamuni, ma con le frequenti offerte che fai a me, isolato fra queste montagne, potrai ripagare il debito di gratitudine al Sutra del Loto e al Budda Shakyamuni.
Sforzati più che mai nella fede e non cedere alla negligenza. All’inizio tutti sembrano credere sinceramente quando abbracciano il Sutra del Loto, ma col passare del tempo tendono a diventare meno devoti, non rispettano e non servono più il prete e nutrono arrogantemente opinioni distorte. Questo è terribile, veramente terribile!
Sviluppa sempre più la tua fede dal primo all’ultimo istante, altrimenti avrai dei rimpianti. Per esempio, il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale? Qualunque cosa accada, rimani vicino al prete che conosce il cuore del Sutra del Loto, continua a imparare sempre più le verità del Buddismo e prosegui il viaggio della fede.
Come passano rapidamente i giorni! Non sappiamo quanto poco ci resta da vivere. Gli amici con i quali ammiriamo la fioritura dei ciliegi una mattina di primavera, sono spazzati via insieme ai fiori dal vento dell’impermanenza, lasciando di sé nient’altro che i loro nomi. Benché i fiori siano scomparsi, la prossima primavera sbocceranno ancora, ma quando rinasceranno quelle persone? I compagni con i quali componiamo poesie in onore della luna nelle sere d’autunno scompaiono insieme alla luna dietro le nubi dell’impermanenza. Solo le loro mute immagini rimangono nei nostri cuori. La luna è tramontata dietro le montagne a occidente e nel prossimo autunno noi comporremo per lei altre poesie. Ma dove sono ora i nostri compagni scomparsi? Persino quando la tigre dell’impermanenza ci ruggisce all’orecchio, noi non la sentiamo. Quanti giorni ancora sono rimasti alla pecora destinata al macello?
Sulle Montagne Nevose vive un uccello chiamato Kankucho che la notte si lamenta, torturato dal freddo pungente, e decide che la mattina seguente si costruirà il nido. Ma quando si fa giorno, se ne dimentica e dorme riscaldato dai tiepidi raggi del sole del mattino. Così, senza costruirsi il nido, continua a lamentarsi vanamente per tutta la vita. Lo stesso è vero per le persone. Quando cadono nell’inferno e soffocano tra le sue fiamme, desiderano rinascere come esseri umani e giurano di rinunciare a tutto per servire i tre tesori e ottenere l’Illuminazione nella prossima vita. Ma, nelle rare occasioni in cui capita loro di rinascere sotto forma umana, i venti della fama e della fortuna soffiano violenti e la lampada della pratica buddista si spegne facilmente. Senza scrupolo essi sperperano le loro ricchezze per cose inutili, ma lesinano anche la più piccola offerta al Budda, alla Legge e al prete. Questa è una cosa molto seria, poiché sono soggiogati dai messaggeri dell’inferno. Come dice il proverbio, «Il male vince di gran lunga sul bene».
Inoltre, poiché questo è un paese in cui si offende il Sutra del Loto, le divinità protettrici private del gusto della Legge, abbandonano i loro santuari e ascendono al cielo. Al loro posto nei santuari entrano i demoni che guidano moltitudini di fedeli. Quando il Budda ebbe terminato il suo insegnamento, ritornò nella “Terra della eterna pura luce” (Jakkodo), i templi e i santuari vennero abbandonati e divennero dimore dei demoni. Questi edifici si ergono l’uno accanto all’altro, a spese dello stato, mentre la popolazione si lamenta. Queste non sono parole mie, si trovano nei sutra, imparale molto bene.
Nessun Budda e nessuna divinità accetterebbe le offerte di chi offende la Legge, tanto meno dobbiamo accettarle noi esseri umani. La divinità del santuario di Kasuga3 proclamò attraverso un oracolo che non avrebbe mai accettato nulla da persone impure di cuore, anche se avesse dovuto divorare le fiamme del rame incandescente; piuttosto che metter piede nelle loro case, si sarebbe seduto sul rame arroventato, sarebbe entrato in una misera capanna col tetto di paglia e l’ingresso pieno d’erbacce. Dichiarò che non avrebbe mai visitato una casa di infedeli, anche se avessero appeso festoni sacri per mille giorni, ma che sarebbe andato in una casa di gente che ha fede, anche se in lutto ed evitata da tutti. Lamentandosi che questo è un paese dove si offende la Legge, gli dèi l’hanno abbandonato e sono saliti al cielo. Gli “impuri di cuore” sono quelli che rifiutano di abbracciare il Sutra del Loto, come è scritto nel quinto volume del sutra. Se gli dèi stessi considerano le offerte dei calunniatori come “fiamme di rame incandescente”, come potremmo consumarle noi comuni mortali? Può un figlio accettare regali offerti da chi ha ucciso i suoi genitori? Persino i santi e i saggi non possono evitare l’inferno d’incessante sofferenza [se accettano offerte da chi offende la Legge]. Non devi neanche frequentare queste persone, perché facendolo condividi la loro colpa. Questo è ciò che devi temere più di tutto.
Shakyamuni è il padre, il sovrano e il maestro di tutti i Budda, di tutti gli dèi, dell’intera assemblea di esseri umani e celesti e di tutti gli esseri senzienti. Quale divinità sarebbe felice se Shakyamuni fosse ucciso? Oggi tutta la gente del nostro paese è nemica di Shakyamuni, ma più dei laici, uomini o donne, i peggiori nemici del Budda sono i preti dalle idee distorte. Ci sono due tipi di intelligenza, quella vera e quella perversa. Anche se una persona è intelligente, se ha idee perverse, non devi darle ascolto. Non devi seguire un prete solo perché è venerabile o d’alto rango. Ma se una persona, per quanto umile sia, comprende lo spirito del Sutra del Loto, onorala e servila come fosse un Budda vivente. Questo è affermato nel sutra.
Per questo motivo il Gran Maestro Dengyo disse che i laici, uomini o donne, che credono in questo sutra, anche se mancano di comprensione e non osservano i precetti, dovrebbero sedere più in alto dei preti Hinayana che osservano strettamente i duecentocinquanta precetti. I preti di questo sutra Mahayana perciò dovrebbero sedere ancora più in alto. Ryokan del tempio Gokuraku-ji è considerato un Budda vivente, ma gli uomini e le donne che credono nel Sutra del Loto dovrebbero sedere più in alto di lui. È straordinario come questo Ryokan, che osserva i duecentocinquanta precetti, si infurii pieno di sdegno ogni volta che vede o sente parlare di Nichiren. Il saggio, a quanto pare, è posseduto da un demone. È come una persona calma di natura che, quando si ubriaca, rivela un lato negativo del suo carattere e causa guai agli altri.
Il Budda disse che chi faceva offerte a Mahakashyapa, Shariputra, Maudgalyayana e Subhuti prima che udissero il Sutra del Loto sarebbe caduto nei tre cattivi sentieri. Disse che questi quattro grandi discepoli erano più vili di cani randagi e di sciacalli. Essi si attenevano ai duecentocinquanta precetti in modo adamantino e la loro osservanza dei tremila precetti4 era perfetta come la luna di settembre, eppure, finché non abbracciarono il Sutra del Loto, erano ancora cani randagi. Paragonati a loro, quanto peggiori sono i preti di oggi!
I monaci dei templi Kencho-ji ed Engaku-ji5 hanno infranto il codice di comportamento tanto da farlo somigliare a una montagna franata. La loro condotta licenziosa è simile a quella delle scimmie. È inutile, completamente inutile cercare la salvezza nella prossima vita facendo offerte a tali preti. Non c’è alcun dubbio che le divinità protettrici abbiano abbandonato questo paese.
In passato, gli dèi, i bodhisattva e gli shomon giurarono all’unisono davanti a Shakyamuni che, se fosse esistito un paese ostile al Sutra del Loto, essi si sarebbero tramutati in brina e grandine estiva per portare carestia al paese o in pestilenza per distruggere i raccolti; avrebbero causato siccità e inondazioni per devastare i campi e le risaie; si sarebbero tramutati in tifoni per sterminare la popolazione; si sarebbero trasformati in demoni per tormentarla. Così giurarono tutti. Anche il bodhisattva Hachiman era presente a quell’assemblea. Non teme di rompere il giuramento fatto sul Picco dell’Aquila? Se rompe il giuramento, sarà sicuramente condannato all’inferno d’incessante sofferenza. È terribile, veramente terribile!
Fino a ora, l’inviato del Budda non era apparso in questo mondo per diffondere il Sutra del Loto e i governanti non erano ostili perché riverivano tutti i sutra allo stesso modo. Ma ora che io sto diffondendo il Sutra del Loto come inviato del Budda, tutti, dal governante al più umile suddito, sono diventati calunniatori della Legge. Finora Hachiman ha cercato di evitare che la gente di questo paese diventasse ostile al Sutra del Loto, essendo riluttante ad abbandonarla, come a malincuore si abbandona l’unico figlio, ma ora per paura di rompere il giuramento fatto al Picco dell’Aquila, ha distrutto il proprio santuario ed è salito in cielo. Ciò nonostante, se ci fosse un devoto del Sutra del Loto pronto a dare la vita per esso, egli lo proteggerebbe. Ma dopo che Hachiman e Tensho Daijin sono saliti in cielo, come potevano le altre divinità rimanere nei propri santuari? Anche se non avessero voluto andarsene, come avrebbero potuto rimanere un giorno di più dopo che io le ho accusate di non tenere fede alla loro promessa? Per esempio, una persona può essere ladra ma, finché nessuno lo sa, può vivere ovunque desideri. Se però viene denunciata come ladra da uno che la conosce, è costretta a fuggire immediatamente. Allo stesso modo, essendo state da me denunciate, hanno dovuto abbandonare i loro santuari. Contrariamente a quanto si crede, questo paese è diventato la dimora dei demoni. Che peccato!
Molti hanno diffuso i vari insegnamenti del Budda, ma finora nessuno, neanche T’ien-t’ai e Dengyo, ha insegnato il più importante di tutti. Così doveva essere, perché questo è l’insegnamento che deve essere propagato nei primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge con l’avvento del bodhisattva Jogyo.
A qualunque costo, mantieni sempre la tua fede in questo sutra. All’ultimo istante della vita, sarai accolto da mille Budda che ti condurranno subito alla Pura Terra del Picco dell’Aquila dove potrai godere la vera felicità della Legge. Se la tua fede si indebolisce e non raggiungi la Buddità in questa esistenza, non rimproverare me. Saresti come un malato che rifiuta di prendere la buona medicina prescritta e prende invece del veleno. Se la malattia non guarisce, non pensa che la colpa sia sua, ma biasima il medico. Fede in questo sutra significa che raggiungerai sicuramente la Buddità se rimarrai fedele al Sutra del Loto nella sua interezza, aderendo esattamente al testo senza idee personali o interpretazioni arbitrarie di altri.
Raggiungere la Buddità non è niente di straordinario. Se reciti Nam-myoho-renge-kyo con tutto il tuo cuore sarai naturalmente dotato dei trentadue aspetti e delle ottanta doti del Budda6. Shakyamuni affermò: «All’inizio giurai di rendere tutti uguali a me, senza alcuna differenza tra noi»7. Dunque non è difficile diventare un Budda come Shakyamuni. L’uovo di un uccello all’inizio non è che acqua, ma da quest’acqua, senza l’intervento di nessuno, si sviluppano un becco, gli occhi e tutto il resto e infine un uccello che vola nel cielo. Anche noi, benché abbiamo un corpo vile chiuso nel guscio dell’ignoranza, covati dalla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, sviluppiamo il becco dei trentadue aspetti del Budda e le piume delle sue ottanta doti e possiamo volare nel cielo della assoluta realtà. Il Sutra del Nirvana afferma: «Tutti gli uomini sono rinchiusi nel guscio dell’ignoranza senza il becco della saggezza. Il Budda ritorna in questo mondo e, come l’uccello madre, rompe il guscio dell’ignoranza affinché tutti gli uomini, come gli uccellini, possano lasciare il nido e librarsi nel cielo dell’Illuminazione».
Con “conoscenza senza fede” si intendono coloro che capiscono l’insegnamento, ma mancano di fede: costoro non potranno raggiungere l’Illuminazione. Le persone di «fede senza conoscenza», benché manchino di comprensione, hanno fede e otterranno l’illuminazione. Queste non sono parole mie, lo spiega il sutra nel secondo volume: «Con la fede e non con l’intelligenza si può entrare»8. Questo vuol dire che persino Shariputra, insuperato per la sua intelligenza, poté ottenere la Buddità solo credendo fermamente nel sutra; la sola saggezza non lo portò all’illuminazione. E, se persino Shariputra non poté raggiungere la Buddità con la propria saggezza, noi uomini comuni con la nostra ignoranza come possiamo sognarci di conseguire l’illuminazione se non abbiamo fede?
Il sutra dice che la gente dell’Ultimo giorno della Legge, pur avendo una conoscenza superficiale del Buddismo, sarà arrogante, non rispetterà i preti, trascurerà la Legge e cadrà quindi nei cattivi sentieri. Chi comprende il Buddismo, lo dimostra rispettando il prete, venerando la Legge e facendo offerte al Budda. Il Budda non è fra noi ora, quindi devi rispettare come un Budda la persona dalla saggezza illuminata e avrai immensi benefici. Chi desidera la felicità nella prossima vita deve rinunciare alla fama e alla fortuna e rispettare il prete che insegna il Sutra del Loto come un Budda vivente, per quanto umile possa essere. Queste sono precisamente le parole del sutra.
Oggi la setta Zen vìola i “cinque grandi principi di umanità” - benevolenza, rettitudine, decoro, saggezza e fede. Onorare i saggi e i virtuosi, rispettare gli anziani e proteggere i giovani sono leggi comuni del codice buddista e della società. Ma i preti di questa setta, ieri e oggi, sono sempre stati degli zotici villani che non sanno nemmeno distinguere il bianco dal nero. Indossando la loro veste sontuosa, sono così presuntuosi da disprezzare i preti istruiti e virtuosi delle sette Tendai e Shingon, non hanno il senso del decoro e pensano di essere superiori agli altri. Per la loro insolenza sono peggio degli animali. Riguardo a ciò, il Gran Maestro Dengyo scrisse che la lontra [prima di mangiarlo] fa un’offerta votiva del pesce catturato10, il corvo delle foreste porta il cibo ai genitori e ai nonni, la colomba ha cura di appollaiarsi tre rami più in basso di suo padre, l’oca selvatica non rompe la formazione di volo, e l’agnello s’inginocchia per bere il latte della madre. Egli si chiede: se umili animali si comportano con tale decoro, come possono gli esseri umani non riconoscere le regole dell’etichetta? È naturale che i preti della setta Zen siano confusi riguardo al Buddismo se ignorano queste regole di condotta. Essi agiscono come demoni.
Cerca di comprendere bene quello che ti ho insegnato qui e pratica senza negligenza tutti gli insegnamenti degli otto volumi e ventotto capitoli del Sutra del Loto. Quando desideri vedermi, prega rivolto verso il sole e in quel momento la mia immagine vi sarà riflessa. Fatti leggere questa lettera dal prete che è il mio messaggero. Fidati di lui come di un prete dalla saggezza illuminata e ponigli qualunque domanda tu possa avere sul Buddismo. Se non fai domande e non risolvi i tuoi dubbi, non puoi disperdere le oscure nuvole dell’illusione, così come non potresti percorrere mille miglia senza gambe. Fatti leggere questa lettera più e più volte e poni qualunque domanda desideri.
Aspettando di incontrarti ancora, concludo qui.

2 commenti:

  1. Perfetto Paolo, ora ti occuseranno anche di seguire il Buddismo di Franceschetti e non il vero Buddismo! ;-)))))
    Bet

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