venerdì 28 maggio 2010

Cavalli Bianchi e cigni bianchi

Nella lettera che mi hai scritto da
Utsubusa mi comunicavi che il nono
giorno dell’ottavo mese sarebbe stato
il centesimo giorno dalla morte di tuo padre
e che, come offerta, inviavi con profondo
rispetto dieci kan di monete.




Nella richiesta per il servizio funebre
dicevi di aver letto l’intero Sutra del Loto
della Legge meravigliosa una volta, i
capitoli “Espedienti” e “Durata della
vita” trenta volte ciascuno, la sezione in
versi del capitolo “Durata della vita” trecento
volte e di aver recitato il daimoku
di Myoho-renge-kyo cinquantamila volte.
Nello stesso documento hai scritto:
«Ricordo con gratitudine che, mentre
il mio defunto padre era ancora in vita,
io, la vostra discepola, ho viaggiato per
mille ri attraverso fiumi e montagne [fino
a questo luogo lontano], per ricevere
personalmente il daimoku della Legge
mistica e come, neanche trenta giorni
dopo, la vita di mio padre è giunta al
termine». E anche: «Ahimè, sebbene nel
giardino di rugiada1 di Jambudvipa di lui
non rimangano che le bianche ossa, sebbene
sia ormai diventato polvere, nella
terra del Picco dell’Aquila il suo spirito
sicuramente sboccerà in un fiore d’illuminazione
».
La tua lettera è firmata «Rispettosamente,
la discepola del clan Onakatomi,
il terzo anno dell’era Koan (1280)».
A questo proposito, nonostante in India
il Sutra del Loto della Legge meravigliosa,
l’unico veicolo, sia così voluminoso
da riempire una città di un yojana quadrato,
la versione che è giunta in Giappone
consiste di soli otto volumi. Ci sono molti
esempi nel passato di persone che, pregando
per l’esistenza presente e futura, hanno
realizzato i propri desideri recitando e lodando
tutti gli otto volumi o anche solo un
volume, o i capitoli “Espedienti” e “Durata
della vita”, oppure soltanto la sezione in
versi del capitolo “Durata della vita”. Ma
non parliamo di questo per il momento.
Quanto alla tua dichiarazione di aver
recitato il daimoku di Myoho-renge-kyo
cinquantamila volte, ho cercato esempi
precedenti di una simile pratica, ma sembra
che ve ne siano molto pochi. Ci sono
delle persone che hanno recitato il daimoku
una o due volte e ne hanno ottenuto
benefici, ma non ho mai udito di nessuno
che l’abbia recitato cinquantamila volte.
Ogni fenomeno ha un nome e questo
nome indica la particolare virtù o
proprietà intrinseca di quella cosa. Per
esempio, la persona nota come generale
Tigre di Pietra fu chiamata così perché
riuscì a trafiggere una tigre di pietra con
una freccia. E il Ministro Che Perfora il
Bersaglio2 ricevette questo nome perché
riuscì a scagliare una freccia attraverso
un bersaglio di ferro. In entrambi i casi il
nome indica le qualità della persona.
Nel caso del Sutra del Loto della Legge
meravigliosa, le virtù e i benefici dei
suoi otto volumi e ventotto capitoli sono
tutti contenuti nei cinque caratteri che
compongono il suo titolo; è come il gioiello
che esaudisce i desideri, che contiene al
suo interno diecimila gioielli. Questo è il
significato della dottrina secondo la quale
i tremila regni sono tutti contenuti in un
singolo granello di polvere.
La parola namu esprime un sentimento
di riverenza e di adesione. Per questo
il Venerabile Ananda collocò namu prima
dei due caratteri nyoze3 all’inizio di ogni
sutra. Il Gran Maestro Nan-yüeh impiegò
le parole Nam-myoho-renge-kyo e il Gran
Maestro T’ien-t’ai le parole Keishu-nammyoho-
renge-kyo4.
Il Venerabile Ananda era figlio del re
Dronodana e discepolo del Budda Shakyamuni,
il signore degli insegnamenti.
Sessanta giorni dopo il trapasso di Shakyamuni,
Mahakashyapa e gli altri discepoli,
in tutto un migliaio di persone, si
riunirono insieme a Manjushri e agli altri
ottantamila bodhisattva nella Grande sala
delle conferenze e, dopo aver lamentato la
morte del Budda, discutendo fra di loro
dissero: «Anche noi che siamo stati vicino
al Budda per tanti anni, dopo soli sessanta
giorni ci lamentiamo per la separazione da
lui. Che ne sarà di tutti coloro che vivranno
fra cento o mille anni, o nell’Ultimo giorno
della Legge? In che modo potranno ricordare
il Budda? I sei maestri delle dottrine
non buddiste conservano i quattro Veda
e le diciotto scritture principali predicate
dalle due divinità e dai tre asceti5 ottocento
anni fa, così che le parole lasciate dai
loro maestri possano essere trasmesse ai
posteri. Non dovremmo trascrivere anche
noi i vari insegnamenti che abbiamo udito
predicare dal Budda agli ascoltatori della
voce e ai grandi bodhisattva nell’arco di
cinquant’anni, in modo che possano servire
da occhio alle persone del futuro?».
Allora invitarono il Venerabile Ananda
a salire sul seggio più elevato guardandolo
con riverenza come fosse il Budda,
mentre loro presero posto in basso. Poi il
Bodhisattva Manjushri pronunciò le parole
Nam-myoho-renge-kyo e in risposta il
Venerabile Ananda replicò: «Questo è ciò
che io ho udito» [nyoze gamon]. Gli altri
novecentonovantanove grandi arhat intinsero
i pennelli nell’inchiostro e trascrissero
ciò che veniva detto.
Proprio perché tutti i benefici degli
otto volumi e ventotto capitoli del Sutra
del Loto sono contenuti in questi cinque
caratteri, il Bodhisattva Manjushri li recitò
e il Venerabile Ananda rispose dicendo:
«Sì, è così!». I dodicimila ascoltatori della
voce, gli ottantamila grandi bodhisattva e
tutti gli altri ascoltatori dei due mondi e
degli otto gruppi6 assentirono poiché anch’essi
erano stati presenti [ad ascoltare].
Il santo noto come Gran Maestro
T’ien-t’ai Chih-che spiegò i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nei dieci volumi
e mille pagine della sua opera Il significato
profondo del Sutra del Loto. L’essenza di
quest’opera è che gli ottanta o sessanta
o quaranta volumi del Sutra della Ghirlanda
di fiori, le varie centinaia di volumi
dei sutra Agama, alcune decine di volumi
del Sutra corretto ed equo della Grande
raccolta, i quaranta o seicento volumi dell’Ampio
Sutra della Saggezza, i quaranta
o trentasei volumi del Sutra del Nirvana,
tutti gli innumerevoli sutra esistenti in
India, nei palazzi dei re draghi, nei cieli e
nei mondi delle dieci direzioni, numerosi
come i granelli di polvere della terra, sono
tutti servi e vassalli dell’unico carattere
kyo, o sutra, di Myoho-renge-kyo.
Inoltre il Gran Maestro Miao-lo scrisse
un’opera in dieci volumi intitolata Annotazioni
su “Il significato profondo del
Sutra del Loto” nella quale dichiarò che
tutti i sutra portati in Cina dopo l’epoca
di T’ien-t’ai, compresi i sutra chiamati
“nuove traduzioni”7, sono servi e vassalli
del Sutra del Loto. E in Giappone il Gran
Maestro Dengyo stabilì ugualmente che il
Sutra di Mahavairochana e gli altri sutra
della scuola della Vera parola, che fanno
parte delle nuove traduzioni, sono tutti
servi e vassalli del Sutra del Loto. Le teorie
di Kobo, Jikaku, Chisho e degli altri
rispetto a questo insegnamento sono come
il fuoco rispetto all’acqua. Tratterò di questo
in seguito.
Per fare un esempio, le cinque regioni
attorno alla capitale, le sette regioni periferiche,
le sessantasei province, le due
isole e tutti i distretti, i feudi, i villaggi, i
campi, gli appezzamenti di terreno, le persone,
i bovini e i cavalli, l’oro, l’argento e
tutto ciò che esiste in Giappone sono tutti
contenuti nei tre caratteri che formano le
parole “paese del Giappone”.
Il carattere “re”8 è composto da tre linee
orizzontali e una verticale. Le tre linee
orizzontali rappresentano il cielo, la terra
e l’umanità, l’unica linea verticale rappresenta
il re. Come il monte Sumeru saldamente
piantato nella grande terra non
vacilla, così la persona che penetra attraverso
i regni di cielo, terra e umanità senza
vacillare minimamente è chiamata il re.
Ci sono due tipi di re: i piccoli re, dei
regni degli esseri umani e celesti, e i grandi
re, come il grande re celeste Brahma.
Nel caso del Giappone, il grande re è
quello [che governa] tutto il paese, mentre
i governatori delle varie province sono
i piccoli re.
Allo stesso modo, il Sutra della Ghirlanda
di fiori, i sutra Agama, quelli dei periodi
Corretto ed equo e della Saggezza, il
Sutra di Mahavairochana, il Sutra del Nirvana
e tutti gli altri sutra predicati prima,
contemporaneamente o dopo il Sutra del
Loto sono piccoli re. Sono simili ai governatori
delle varie province del Giappone.
Il Sutra del Loto invece è paragonabile
a un grande re, a un Figlio del Cielo. Dunque
i membri delle scuole della Ghirlanda
di fiori, della Vera parola e delle altre varie
scuole sono come servi e vassalli del sovrano
del paese. Pertanto i semplici sudditi
delle varie province che cercano di privare
il Figlio del Cielo della sua virtù, sono
come inferiori che spodestano i superiori,
come persone che abbandonano i superiori
per seguire gli inferiori o come inferiori
che si rivoltano ed eliminano i superiori.
In tali circostanze, per quanto si voglia
riportare l’ordine nel mondo, ci saranno
solo confusione e morti. Sarebbe
come cercare di spostare le radici di un
albero senza turbare la pace dei rami e
delle foglie o sperare che una barca navighi
tranquillamente mentre infuriano le
onde del mare.
Sebbene i preti delle scuole della Ghirlanda
di fiori, della Vera parola e Nembutsu,
come pure quelli degli insegnamenti
dei Precetti e Zen sembrino saggi e rispettabili
perché osservano i precetti e sicomportano onestamente, la loro condizione
è quella di persone nate in famiglie
di inferiori che spodestano i superiori e,
in quanto tali, sono acerrimi nemici del
Sutra del Loto. Come possono sperare di
sfuggire alla caduta nella grande fortezza
dell’inferno Avichi? Senza dubbio fra gli
aderenti dei novantacinque differenti tipi
di scuole non buddiste9 vi erano anche
molte persone oneste e sagge e, tuttavia,
poiché sottoscrissero le dottrine distorte
tramandate dalle due divinità e dai tre
asceti, non poterono sfuggire alla rinascita
nei cattivi sentieri.
Nel mondo odierno le persone che
recitano Namu Amida Butsu ridono di
coloro che recitano Nam-myoho-rengekyo
oppure cercano di ingannarli. Per fare
un semplice paragone, è come se il miglio
disprezzasse il riso o come se un proprietario
detestasse i propri campi. Sono come
i banditi che, quando i capi dell’esercito
sono assenti, ritengono che non saranno
puniti per le loro scorribande notturne
e rapine o come le talpe che, finché non
è sorto il sole, credono di essere al sicuro
come se fossero sottoterra. Ma, quando
appare Nam-myoho-renge-kyo, che è
come il capo dell’esercito o come il sole,
scompaiono rapidamente come violente
fiamme che si spengono sotto l’acqua o
scimmie che si spaventano incontrando
un cane. Oggi, quando coloro che invocano
Namu Amida Butsu odono una
voce che recita Nam-myoho-renge-kyo,
impallidiscono, i loro occhi scintillano di
rabbia, si perdono d’animo e i loro corpi
cominciano a tremare.
Il Gran Maestro Dengyo disse che,
quando il sole sorge, le stelle si nascondono
e quando si vede la bravura si riconosce
la mediocrità10. Il Bodhisattva Nagarjuna
affermò che le parole errate si dimenticano
facilmente e le opinioni distorte sono
difficili da sostenere11. Il Bodhisattva Gunamati
disse: «Sul suo volto c’era il colore
della morte e del lutto e nelle sue parole
il suono della tristezza e del rancore»12. E
Fa-sui disse: «Prima ero chiamato tigre che
afferma, ora sono un cervo che assente»13.
Dobbiamo tener conto di queste opinioni
e comprendere ciò che significano.
Dobbiamo proclamare esplicitamente
le virtù di Myoho-renge-kyo! Così come i
composti velenosi si trasformano in medicina,
i cinque caratteri di Myoho-rengekyo
trasformano il male in bene. La Sorgente
dei Gioielli si chiama così perché in
essa le pietre si trasformano in gioielli14.
Allo stesso modo questi cinque caratteri
possono trasformare i comuni esseri umani
in Budda. Perciò, poiché il tuo amato
padre ha recitato Nam-myoho-renge-kyo
mentre era in vita, ha conseguito la Buddità
nella sua forma presente nello stesso
modo in cui le pietre si trasformano in
gioielli.
Le azioni da te compiute rappresentano
dunque il massimo dell’amore e della
devozione filiale. Si dice nel Sutra del Lo-to: «Questi miei due figli hanno già svolto
l’opera del Budda» e anche: «Questi due
figli sono stati dei buoni amici per me»15.
Tanto tempo fa, vi fu un grande sovrano
di nome re Rinda. Fintanto che poteva
udire il nitrito dei cavalli bianchi questo
sovrano manteneva un colorito sano, aveva
grande vigore e forza e non aveva bisogno
di cibo. Persino i nemici dei paesi
confinanti si levavano gli elmi e giungevano
le mani in segno di ammirazione.
Ma i cavalli bianchi nitrivano solo
quando riuscivano a scorgere i cigni bianchi.
E a un certo punto, forse perché il
sovrano governava in maniera sbagliata
oppure per via di qualche cattivo karma
passato, tutti i cigni scomparvero. E quando
non rimase più nemmeno un singolo
uccello, i cavalli bianchi non nitrirono più.
E quando i cavalli bianchi cessarono di nitrire,
la carnagione del re diventò pallida,
le sue forze si esaurirono, il suo corpo diventò
magro e avvizzito e i suoi programmi
di governo divennero inefficaci.
Ben presto il paese precipitò nel caos.
Il re, preoccupato di cosa sarebbe successo
se gli eserciti dei paesi confinanti avessero
attaccato, emanò un proclama nel quale
affermava: «Nel nostro paese molte persone
seguono insegnamenti non buddisti e
tutte godono della nostra protezione e del
nostro appoggio. Lo stesso vale per gli insegnamenti
buddisti. Ma i non buddisti e
i buddisti sono in cattivi rapporti. Ora noi
prenderemo fede nell’insegnamento del
gruppo che riuscirà a far nitrire i cavalli
bianchi, mentre l’altro insegnamento sarà
bandito dal paese».
Allora tutti i capi non buddisti si riunirono
e fecero del proprio meglio affinché
apparissero i cigni bianchi e i cavalli bianchi
nitrissero, ma nessun cigno apparve.
Sebbene nel passato fossero stati in grado
di far apparire le nuvole, di far scendere
una copiosa nebbia, di evocare i venti e
sollevare le onde, di far scaturire fuoco e
acqua dai propri corpi, di trasformare gli
uomini in cavalli e i cavalli in uomini, di
fare qualsiasi cosa volessero, per qualche
ragione in questa occasione non riuscirono
a far apparire i cigni.
In quel tempo viveva un discepolo del
Budda di nome Bodhisattva Ashvaghosha
o Nitrito di Cavallo. Quando egli pregò i
Budda delle dieci direzioni, i cigni bianchi
apparvero immediatamente e i cavalli
bianchi iniziarono a nitrire. Quando il re
ne udì il suono, il suo colorito cominciò a
migliorare, gli tornarono le forze e la sua
pelle assunse un aspetto fresco. Apparvero
altri cigni bianchi e poi altri ancora,
finché ci furono mille uccelli, e mille cavalli
bianchi nitrirono tutti insieme come
galli che cantano all’alba. Quando il re udì
questo suono, la sua carnagione divenne
luminosa come il sole, la sua pelle fresca
come la luna, la sua forza possente come
il dio Narayana e i suoi piani di governo
sagaci come quelli del dio Brahma.
Poi, siccome le parole di seta16 [del re],
una volta emesse, proprio come il sudore
che sgorga dal corpo, non possono più
essere ritirate, tutti i templi non buddisti
furono convertiti in templi buddisti.
Ora anche in Giappone accade come
nella storia di re Rinda. Il nostro paese iniziò
con l’era degli dèi. Tuttavia, man mano
che si avvicinava l’ultima epoca, le opinioni
della gente divennero distorte e avidità,
collera e stupidità si fecero più forti. La
sapienza degli dèi diminuì, la loro autorità
e il loro potere si affievolirono e cominciarono
ad avere difficoltà a proteggere
anche i loro stessi devoti17Intanto la grande dottrina buddista
fu introdotta nel paese e gradualmente si
diffuse. Ancora un volta le persone diventarono
oneste e di rette opinioni e gli dèi
riacquistarono potere e autorità. Ma poi
apparvero molte opinioni errate sul Buddismo
e il paese fu nuovamente in pericolo.
Il Gran Maestro Dengyo si recò in Cina
e, confrontando i sacri insegnamenti del
Giappone, della Cina e dell’India, scartò
quelli inferiori e selezionò quelli di valore,
senza pregiudizi o parzialità. Alla fine
scelse il Sutra del Loto e altri due sutra18 e
li designò come i tre sutra che avrebbero
assicurato protezione al paese.
Tuttavia altri saggi, come il Gran
Maestro Kobo, il Gran Maestro Jikaku
e il Gran Maestro Chisho, basandosi su
insegnamenti provenienti dalla Cina o
dall’India, degradarono il Sutra del Loto
al secondo o terzo posto fra i sutra, affermando
che era un’opera dalle “teorie puerili”
19 o che apparteneva alla “regione dell’oscurità”
20. E al posto del Sutra del Loto
elevarono alla posizione di massimo onore
i tre sutra della Vera parola21.
Diventò gradualmente un’epoca in cui
gli inferiori spodestano i superiori e queste
dottrine distorte si diffusero in tutto
il paese. Così molte persone sono cadute
nei cattivi sentieri e, a poco a poco, gli
dèi hanno perso la loro autorità, trovando
nuovamente difficoltà a proteggere perfino
i loro stessi devoti. Come conseguenza,
i cinque sovrani22 del paese, dall’ottantunesimo
all’ottantacinquesimo, o affogarono
nel grande mare occidentale o furono
abbandonati sulle isole dei quattro mari.
Furono trattati come demoni mentre erano
in vita e dopo la morte caddero nell’inferno
di incessante sofferenza.
Ma, poiché nessuno capì la situazione,
fu impossibile porvi rimedio. Io comprendo
tutte queste cose e perciò cerco di ripagare
il debito di gratitudine verso il mio
paese [dicendo la verità], ma la gente mi
odia per questo.
Ma non voglio dire altro a proposito.
Vorrei dirti invece che il tuo amato padre
è paragonabile a re Rinda e tu sei come il
Bodhisattva Ashvaghosha. I cigni bianchi
sono il Sutra del Loto, i cavalli bianchi sono
Nichiren e il nitrito dei cavalli bianchi
è il suono di Nam-myoho-renge-kyo. Come
la carnagione del re Rinda si illumina e
la sua forza aumenta quando ode il nitrito
dei cavalli, quando il tuo amato padre ode
il suono della voce di sua figlia che recita
Nam-myoho-renge-kyo, gioisce nella sua
Buddità.
Nichiren

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