martedì 20 luglio 2010

Perchè la meditazione buddista può servire anche a chi buddista non è


Dal sito: cuneodharma
http://www.cuneodharma01.org/leftfiles/perche/perche.htm


Spesso abbiamo la sensazione di aver perso il contatto con noi stessi e ci troviamo molte volte a vivere in modo del tutto inconsapevole, proiettati esclusivamente sulla realtà esterna che finisce per dominarci. Siamo frequentemente distratti da pensieri legati al passato o al futuro, che sono fonti di angoscia capaci di distruggere la nostra possibilità di essere felici adesso (si veda la pagina specifica in questo sito) . Molti di noi pensano che sia una situazione ineluttabile, che non ci sia via di scampo come una specie di destino.


Il pensiero del Buddha può aiutarci concretamente ad uscire da questa situazione e a vivere davvero meglio le ragioni sono tante, qui ne elenchiamo almeno alcune:



- Buddha Shakyamuni ritiene che gli esseri umani, nonostante i loro grandi limiti e le loro cattive azioni, siano fondamentalmente buoni e che esista un metodo che può rimetterli in contatto con la loro bontà naturale e la chiarezza naturale della loro mente. Possiamo quindi padroneggiare la nostra mente e imparare a reagire in modo corretto agli stimoli che provengono dall'esterno, in questo modo arriveremo a ridurre sensibilmente la nostra sofferenza. Le persone che credono nel trascendente possono anche immaginare nel loro futuro la fine della sofferenza.

- Per raggiungere questo obiettivo bisogna giungere a pacificare la mente, acquisire consapevolezza di sensazioni e stati d'animo, fermare un attimo l'accavallarsi dei pensieri che si manifestano continuamente e non sono tutti utili, anzi, alcuni sono molto dannosi.

- La meditazione buddhista è un efficace metodo per giungere alla condizione descritta sopra perché ci aiuta a scaricare la tensione accumulata e a svuotare la mente da pensieri automatici che possono diventare molto fastidiosi. Può anche aiutarci a sviluppare un atteggiamento di comprensione e disponibilità nei confronti degli altri, consentendoci di migliorare le nostre relazioni e di rendere un po' più tranquillo almeno l'angolo di mondo in cui viviamo. Non si tratta di un'affermazione fideistica: esistono prove scientifiche di questo e l'esperienza concreta, qui e adesso, di molte persone.

- Contrariamente a quanto si pensa comunemente, la meditazione insegnata dal Buddha non deve avere necessariamente contenuti religiosi, che sono del tutto facoltativi, ma consiste essenzialmente nella presenza mentale e può essere praticata indipendentemente dal nostro orientamento spirituale.

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